CGIL, CISL E UIL UNITI PER DIRE NO AL DECRETO 112 SULLA P.A.
In oltre 3mila scesi in corteo questa mattina a Udine.
Una delegazione ricevuta dal Prefetto
I Sindacati al Governo: disponibili ad una vera riforma, ma basta parlare di “fannulloni”.
Fronte compatto dei Sindacati contro il decreto 112 del ministro Tremonti sulla pubblica amministrazione: Cgil, Cisl e Uil questa mattina sono scese in piazza a Udine – dopo l’assemblea unitaria coordinata dal segretario cislino Guarino Napolitano – per dire no ad una riforma della P.A. il cui obiettivo vero è quello di tagliare i servizi e favorire le privatizzazioni, a partire da settori fondamentali come la sanità e l’istruzione.
Altissima la partecipazione alla manifestazione, con oltre 3 mila lavoratori in corteo ed una delegazione ricevuta dal Prefetto cittadino al quale le tre sigle sindacali hanno chiesto un intervento formale al Governo.
“Quello che chiediamo – hanno spiegato i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Franco Belci, Giovanni Fania e Fernando Della Ricca, assieme ai segretari di categoria Alessandro Baldassi, Pierangelo Motta e Carlo Viel – è che il Governo faccia marcia indietro e che si apra un tavolo all’interno del quale discutere di un progetto di riforma davvero mirato a migliorare i servizi e l’efficienza della pubblica amministrazione”. Condizione, indispensabile, però – fanno sapere i tre Sindacati – è smetterla con le etichette: basta alle generalizzazioni del ministro Brunetta sui fannulloni. “Le mele marce – commentano Cgil, Cisl e Uil – ci sono in tutti i settori e noi siamo i primi a non giustificare tali comportamenti, che però rimangono circoscritti”.
Tuttavia, al di là delle definizioni, i tre Sindacati rimangono critici anche sugli interventi previsti dal decreto 112: lo scippo dei fondi sulla contrattazione accessoria, la decurtazione del 10% delle risorse destinate all’incremento della produttività, le nuove disposizioni sulla reperibilità di 12 ore (compresi il sabato e la domenica) in caso di malattia malgrado il certificato medico e la visita fiscale, l’irrigidimento della norma sul part time, la cui concessione viene rimessa alla discrezionalità del dirigente.
Si tratta di interventi – commentano i Sindacati – penalizzanti, che creano discriminazioni tra i lavoratori del pubblico impiego e quelli del privato e che di fatto porteranno ad un arretramento dei servizi della PA, soprattutto di quelli legati al sociale.
“Sono provvedimenti che colpiscono tutti – spiega il segretario generale della Cgil Franco Belci – che aggrediscono il lavoro pubblico con norme vessatorie tese a colpire i deboli e non i furbi”. “Tuttavia – prosegue il confederale – la grande partecipazione di oggi, la solidarietà registrata anche da parte dei dipendenti privati e l’unità di Cgil, Cisl e Uil nel difendere il pubblico impiego anche da una sua disarticolazione e la dignità dei lavoratori faranno cedere il Governo”.
“Con la loro demagogia – commenta il segretario generale della Cisl, Giovanni Fania – il Governo e il ministro Brunetta stanno mettendo in discussione il nostro sistema di diritti universali. Per migliorare l’efficienza e l’efficacia della PA servono scelte politiche che non sono mai state affrontate, salvo che con la riforma Bassanini che, però, non è stata mai completata ed alla quale oggi si guarda solo per i tagli agli organici e non per la parte riguardante gli investimenti”. “Il Governo Berlusconi – aggiunge Fania – parte già con una grave responsabilità: con l’introduzione dello spoil system nelle nomine dei dirigenti e l’esternalizzazione delle attività essenziali ha fatto entrare il privato nella p.a. con la conseguenza che i servizi, anziché migliorare sono peggiorati”.
“La qualità dei servizi – gli fa eco Fernando Della Ricca della segreteria della Uil regionale – si ottiene soltanto nel momento in cui ognuno si assume le proprie responsabilità e la politica da queste responsabilità non può andare esente”. “I risultati in termini di efficienza – aggiunge Della Ricca – non possono essere chiesti soltanto ai lavoratori, ma possono nascere soltanto dalla collaborazione e da una gestione attenta della PA da parte delle politica e dei dirigenti, non, invece, da una riforma tesa a rompere equilibri e fondata sulle dichiarazioni aberranti ed inaccettabili di Brunetta”.
Udine, 17 luglio 2008
Per Cgil, Cisl e Uil
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg