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EMERGENZA GIOVANI: LA CISL FVG LANCIA L’ALLARME

Ventimila posti di lavoro persi tra i giovani di età compresa tra i 15 e 34 anni; tasso di disoccupazione per gli under 24 al 18%, con punte del 22% per le donne; perdita occupazionale di lavoratori non maturi pari al 13,8%; precarietà in crescita, alimentata da contratti co.co.pro (circa 13.500 i collaboratori a progetto in regione) retribuiti mediamente con 10mila 400 euro annui; aumento dei giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano né lavorano e che in Friuli Venezia Giulia rappresentano il 14,2% del totale.
La Cisl lancia l’allarme: quella dei giovani è un’emergenza anche per il Friuli Venezia Giulia, che nel quadro di riferimento del Nordest paga senz’altro il prezzo più alto della crisi. Giovani in sofferenza, dunque, e a favore dei quali bisogna intervenire con misure concrete ed immediate, che coniughino profilo normativo e sostegno diretto.
"Ben venga la legge sui giovani varata dalla Regione – spiega il segretario generale della Cisl, Giovanni Fania – ma ora occorre assolutamente accellerarne l’iter". "Tuttavia – aggiunge – da sola la norma non basta: servono ulteriori interventi orientati al mercato del lavoro e soprattutto mirati a de-incentivare la flessibilità che si traduce in precarietà".
A questo proposito le proposte non mancano, formalizzate in una piattaforma declinata sul territorio e che guarda anche a colmare le "debolezze" dei giovani, a partire dal rapporto inadeguato tra titolo di laurea ed esigenze del mercato del lavoro, passando per la scarsa disponibilità alla mobilità lavorativa.
"I nostri giovani – commenta Fania – vanno motivati e orientati rispetto al lavoro, il cui accesso oggi purtroppo avviene, non solo attraverso forme di precariato mal retribuite, ma anche in ritardo rispetto a quanto accade all’estero: da noi l’età media del primo impiego è 22 anni, a fronte dei 16 tedeschi e dei 17 inglesi".
Per la Cisl sono due le linee su cui intervenire con urgenza anche a livello regionale: sciogliere il blocco dell’accesso al lavoro e colmare la crescente separazione tra scuola e mercato.
"Nela prima direzione – spiega Fania – va il rafforzamento dell’apprendistato, sui cui la Cisl si è spesa molto, puntando a favorire l’apprendistato professionalizzante come canale di accesso preferenziale al lavoro, anche attraverso le incentivazioni".
Sul secondo fronte, invece, va migliorato anche in Friuli Venezia Giulia il matching tra domanda ed offerta di lavoro, orientando la formazione alle reali esigenze del mercato e agendo suul’alternanza impresciandibile tra fasi di istruzione, studio e tirocini esteri.
Via libera dalla Cisl anche alle agevolazioni per le imprese che praticano la green economy, settore tra i più promettenti sotto il profilo dell’occupazione; al potenziamento dei servizi per l’impiego oggi non del tutto efficienti, al rafforzamento delle tutele anche nel lavoro flessibile, che deve essere maggiormente tutelato e retribuito, ad esempio prevedendo l’aumento delle aliquote contributive per il lavoro a progetto.
"E’ chiaro – conclude Fania – che gli interventi per i giovani devono essere a 360 gradi, andando a puntare sul lavoro, ma anche, ad esempio, sulla casa. Ben vengano in questo senso gli incentivi (anche agli affitti) proposti dalla Regione, ai quali vanno abbinati una severa repressione di chi specula sui prezzi a danno degli studenti fuori sede, e forme alternative di aiuto: penso così a forme di subaffitto regolamentato tra chi vive in case Ater sovradimensionate e giovani, in modo da intervenire sulle loro spese.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg