VALLI DI CARNIA RIPARTE. LA CISL: ERA ORA
«Era ora». Questo il primo commento della Cisl sulla proposta della Lefim del Gruppo Basso di Treviso sull’affitto dei locali del centro commerciale Valli di Carnia a percentuale sul fatturato piuttosto che a metro quadrato. «Era una soluzione – dichiara il sindacalista Diego Santellani – che avevamo proposto sia noi che la Cgil da tempo, ma sinora la proprietà non aveva ritenuto di aderire alla nostra proposta». Dopo il forfait di CoopCa di acquisire il centro, l’offerta di un nuovo modo di affittare quei locali vuoti nella piana industriale a ridosso dell’uscita autostradale è tornata appetibile. Soddisfazione anche per le categorie merceologiche che sono proposte. Per esempio, la Lefim lancia l’idea di aperture di centri quali palestra, estetica, zona giochi per bambini, lavasecco-sartoria, sulla fattispecie di Manifatture di Gemona. «Il centro commerciale si rivolgeva non tanto sul bacino carnico (35 mila persone) quanto sull’autostrada. I nuovi servizi proposti potrebbero attirare anche le 1.200 persone che operano nella piana industriale e attirare anche persone da fuori zona». Sono circa una mezza dozzina i locali sfitti, compreso un bar-pizzeria oamai smantellato: se riaprono si può desumere che possano trovare occupazione oltre una ventina di addetti. «Sarebbe meglio non accentrare, come hanno fatto alcuni commercianti, ben 5 licenze commerciali in un solo locale, ma specializzarsi». Attualmente l’unica azienda che “tiene” alle Valli di Carnia è il supermercato alimentare della CoopCa che aveva assunto 51 persone. «Rappresentava il 40% del fatturato del complesso – ricorda Santellani – ma ora, a seguito della legge sulle chiusure domenicali (il supermercato apre 29 domeniche invece che 52 l’anno) tale percentuale è scesa al 35». «Vi è – nota la Cisl – una grande alternanza di aperture e chiusure, ma il piccolo commercio sostanzialmente tiene».