CISL. COSTRUZIONI, SBLOCCARE SUBITO LE OPERE CANTIERABILI
L’appello arriva forte e chiaro: rispetto alle opere pubbliche già individuate, si facciano partire subito i cantieri. La Cisl dell’Udinese e bassa friulana e la Filca territoriale (la categoria cislina del legno e dell’edilizia) vanno dritte al punto nel corso della tavola rotonda di stamani organizzata per fare il punto sul comparto delle costruzioni. Di qui la doppia proposta emersa, non solo di costituire in tempi rapidi una sorta di Osservatorio con il compito di monitorare le opere immediatamente cantierabili e la loro realizzazione (ovvero l’intera filiera dell’appalto), ma anche di predisporre Piani straordinari triennali di investimento. “Non vogliamo – spiega il segretario della Cisl, Paolo Mason – che si ripeta lo scandalo della San Giovanni-Palmanova, che sconta un ritardo di 20 anni e che forse oggi viene a perdere gran parte della sua utilità. Il problema vero dell’edilizia – nasce dal confronto – è che, al netto del patto di stabilità, gli enti locali hanno le risorse per avviare le opere già individuate, eppure i cantieri restano fermi in un “inaccettabile” rimbalzo di responsabilità tra politica e burocrazia. Eppure l’edilizia andrebbe incentivata, anziché ostacolata, come volano insostituibile dell’economia, anche locale, capace di produrre occupazione e reddito (1 posto di lavoro in edilizia significa tre occupati in più in settori collegati). E specialmente andrebbe sostenuta in un momento di forte sofferenza del comparto (si leggano dati a margine del comunicato). Del resto – per la Cisl – sono diverse le opere urgenti e necessarie sia alla comunità, che al manifatturiero, basti pensare solamente ad un nuovo tratto ferroviario e alla strada di collegamento dalla Ziac all’autostrada.
Se l’edilizia – per il segretario della Cisl, Roberto Muradore – resta un elemento fondamentale per dare valore aggiunto al territorio (purché si sappia contrastare la cementificazione selvaggia, a favore dei recuperi e della sostenibilità ambientale), molte sono le criticità del comparto. Ad esplicitarle è il segretario della Filca Cisl, Gianni Barchetta: false imprese che nascono e muoiono nello spazio di un cantiere (ben vengano, a questo proposito, la patente a punti ed il Durc); tempi di pagamento abnormi da parte degli enti per l’esecuzione di lavori pubblici; lavoro irregolare; sistema degli appalti distorto dal criterio del massimo ribasso, che penalizza le aziende medio-piccole e incentiva così le riserve. Non mancano, però, le proposte avanzate dalla categoria, che vanno dalla richiesta di maggiori controlli sul fronte del lavoro irregolare, anche attraverso l’incentivazione fiscale e contributiva delle imprese “virtuose” alla stabilizzazione della manodopera edile. “Chiediamo – sottolinea Barchetta – interventi decisi sulle politiche abitative, con un programma di edilizia economica popolare pubblica, ora ferma, e grande attenzione deve essere posta alla riqualificazione del patrimonio edilizio privato, incentivando, sotto il profilo fiscale, gli interventi volti all’innovazione e alla sostenibilità energetico-ambientale”.
Due i nodi cruciali del settore, condivisi dagli ospiti della tavola rotonda: appalti e cantierabilità. Se per Piero Petrucco dell’Ance provinciale è necessario saldare il gap infrastrutturale con gli altri Paesi, evitando di spendere le risorse già scarse su opere inutili (vd. Galleria Socchieve) e controllare il sistema degli appalti, anche premiando le aziende locali che si aggregano, Attilio Vuga, presidente Ater, rilancia, sostenendo deroghe specifiche mirate al patto di stabilità non per le opere tout court, ma per settori prioritari individuati. Certo, va rivista anche la burocrazia, sostiene Ferrante Pitta dell’Api, ricordando che dalla richiesta di fattibilità alla licenza edilizia passano 120 documenti. Il futuro dell’edilizia resta la strada obbligata e già intrapresa della sostenibilità ambientale e della green economy, volano di nuovi investimenti ed occupazione.
Sulle cose da fare è il segretario nazionale della Filca Cisl, Franco Turri, a fare una sintesi. “Occorre – dice – denunciare le istituzioni che non sbloccano i fondi e spingere anche sulla proposta dell’Osservatorio delle opere cantierabili, strumento decisamente interessante”. Ma – per il sindacalista – c’è da contrastare con fermezza il lavoro nero e irregolare e mettere mano al sistema delle responsabilità (da personalizzare in qualche modo) per quanto riguarda la realizzazione delle opere ed il rispetto dei tempi, oltre a snellire la burocrazia.
Dati settore edile (dati dell’economista Fulvio Mattioni)
Italia: quadriennio 2008-2011 investimenti calati del 21,1%.
Fvg: in provincia di Udine il settore dà conto del 52,1% dell’occupazione edilizia complessiva regionale e del 48% del reddito prodotto (segue Pn con il 24,7% degli occupati e il 23,3% del reddito).
Cig in Fvg: nel 2007 le ore di cassa sono state 640mila ore, mentre nel 2010 hanno raggiunto quota 2,2milioni. In provincia di Udine si è passati dalle 300mila ore scarse del 2007 a 1,2 milioni dello scorso anno. Si prevede che il 2011 si chiuderà con 2,1 milioni di ore per tutto il FVg (e 1,2 milioni per la provincia). In termini occupazionali significa che i lavoratori sospesi nella sola provincia saranno a fine anno 730.
Mobilità: i lavoratori in mobilità a livello regionale sono triplicati dal 2007, passando da 630 a 1.805 (di cui 767 in provincia)
Fvg: dal 2000 al 2009 le imprese edili sono aumentate di 3.150 unità (con aumento del 90% delle società di capitali). 83 imprese su 100 sono artigiane.
Dal 2007 al 2010 i dipendenti del comparto sono calati del 10% (-8,6% a Udine), vale a dire sono passati da 26.570 a 23.908 (-52% nel solo 2010). Il calo dell’occupazione non è omogeneo: -33,1% apprendisti; -9,4% operai; -3,3% impiegati.
A pagare maggiormente il prezzo della crisi sono le piccole medie imprese, che registrano un calo d’utile del 23,5%. In generale, la cosiddetta profittabilità passa dai 27 milioni del 2009 ai 10 milioni dello scorso anno (la media impresa perde 8 milioni; la piccola azzera la profittabilità).
Anche il valore delle opere pubbliche risulta dimezzato dal 2002 al 2010 (-60,8% a valori costanti; -54,4% a valori correnti).
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg