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CANTIERI AL LAVORO, MA LA SITUAZIONE RESTA DIFFICILE

Cantieri di Monfalcone al lavoro, ma la situazione non è di quelle che permettono sonni tranquilli. Se, infatti, a differenza di altri siti italiani, Panzano ha assicurate commesse fino al 2013, il futuro resta incerto ed appeso ai desiderata dell’unico committente, ovvero il gruppo Carnival, che è riuscito a strappare per tre navi da crociera un prezzo bassissimo, comportando per l’azienda margini di guadagno pari a zero.
"Siamo molto preoccupati – commenta il segretario della Fim Cisl provinciale, Gianpiero Turus – per le condizioni in cui versa Fincantieri: il fatto che alcuni siti del gruppo siano scarichi di lavoro certamente provoca ripercussioni anche in casa nostra". Insomma, il gatto che si morde la coda, perchè se alcuni pezzi di produzione venissero spostati da Monfalcone ad altri cantieri, questo significherebbe maggiore cassa integrazione anche in Friuli Venezia Giulia. Dove le difficoltà non mancano. La mole di lavoro è in netta diminuzione, basti pensare che se solo fino a qualche anno fa dal bacino di Panzano uscivano tre navi in due anni; oggi, invece, il ritmo è quello di tre navi ogni quattro anni, vale a dire che se la produzione fosse serrata sarebbero garantiti solo otto mesi di lavoro su dodici. "Fortunatamente – spiega ancora Turus – siamo riusciti a dilatare i tempi d’accordo con l’armatore per assicurare la continuità del lavoro". Resta il fatto che dei 1.620 dipendenti (sui 1.800 di cinque anni fa), un centinaio attualmente si trova in cassa integrazione e le prospettive vanno nella direzione di raggiungere il picco di 250 unità. Va aggiunto che in sostanza dal 2001 a Monfalcone non viene rinnovato il turn over, senza contare la gravissima flessione dell’indotto, che ha visto scomparire tante aziende, anche storiche, sindacalizzate ed oneste, e perdere circa 900 lavoratori per raggiungere sì e no la quota di 2.500 addetti, a fronte delle punte di anche 4.000 degli anni d’oro.
"Non siamo tranquilli" – afferma il segretario fimmino, che dal triangolare odierno Fincantieri, Governo e Sindacati, si attende una mossa decisa dall’Esecutivo. "Crediamo – commenta Turus – sia necessaria un’azione concreta, un impegno forte orientato alle commesse pubbliche. Si parla tanto di autostrade del mare, di carceri galleggianti, di smantellamento dei traghetti, tutte operazioni che se fossero messe in campo darebbero ossigeno e fiato ai cantieri del Gruppo". Quanto alla parte di Fincantieri, la convinzione è che il piano in presentazione al ministro sia pressochè analogo a quello già illustrato al predecessore Romani. "Per quanto ci riguarda – aggiunge Turus – continueremo a gestire la situazione ed in particolare gli esuberi, come le altre crisi aziendali". E a questo proposito va ricordato che a settembre il sito di Monfalcone – negli anni Settanta punta di diamante nel settore della marina militare (suoi, ad esempio, i sommergibili non convenzionali Sauro o la mitica Garibaldi) e dall’89 specializzato nel comparto cruise – è stato il primo a siglare unitariamente (Fiom locale compresa) un accordo proprio sugli esuberi, poi sostanzialmente "ratificato" dall’intesa sottoscritta a dicembre dalle sole Fim e Uil.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg