A PROPOSITO DI EMENDAMENTI SALVA-PRESIDI
Leggo dal Messaggero Veneto che la deputata del PD on. Malisani con solerzia e impegno ha cofirmato un emendamento che permetterebbe di rimanere in sella a tutti quei dirigenti scolastici, che altrimenti, con rammarico dovrebbero lasciare la scuola per una non agognata quiescenza non voluta.
Tale preoccupazione da parte dell’Onorevole nasce dal fatto che molte scuole sono senza dirigente scolastico e che le reggenze aumenterebbero di ulteriori 6. Ricordo all’Onorevole che le reggenze in regione sono presenti da circa 5 anni e nessuno si è mai preoccupato con enfasi alla risoluzione del problema.
Dice – sempre Malisani – che non ci sono i concorsi, che le graduatorie sono esaurite e la soluzione è “salvare” i sei. Ma di reggenze per il prossimo anno scolastico ne resteranno molte di più. Come mai la preoccupazione non è rivolta anche a queste e alle 7 scuole sottodimensionate in regione che, a prescindere dai pensionamenti, sono soggette comunque a reggenza? Se tutela va fatta nei confronti della “scuola” va fatta a 360 gradi.
Guarda caso, poi, le scuole sottodimensionate sono in maggioranza quelle periferiche, che da anni soffrono, senza nessuna preoccupazione per un rilancio competitivo, anzi svuotandosi, come si svuotano le aree in cui esistono.
Inoltre, si evidenzia dall’articolo che la “proroga” e fino al rinnovo dei concorsi e non per un solo anno, campa cavallo. Ma la “nuova” strada intrapresa dal Miur di affidare le procedure di reclutamento alla Scuola Superiore di Amministrazione, senz’altro decisione opportuna per superare i concorsi cosi problematici e tante volte impugnati dagli stessi concorrenti, è stata abbandonata con l’intenzione e di ritornare ai concorsi.
E se non è stata abbandonata, fino alla messa a punto da parte del Governo della “nuova” strada, all’Onorevole viene semplice chiedere perché non riprendere il percorso degli incarichi presidenziali, visto che da quelle graduatorie bloccate ancora si attinge in regione e da diversi anni. Questo darebbe la possibilità agli aspiranti presidi di effettuare un cammino nei meandri della gestione organizzativa, amministrativa e didattica, come previsto peraltro nel percorso della scuola superiore dell’amministrazione.
Infine, tanta solerzia per salvare le scuole, anche condivisibile, ma la domanda è: per quei tanti lavoratori che pur avendo maturato i requisiti contributivi previsti ante Fornero, sarebbero dovuti uscire, lasciando il posto ai giovani – rinnovamento- e che si sono visti loro malgrado, per l’applicazione di tale scriteriata norma, allungare e di molto la data della quiescenza, non sono state prese posizioni?
F.to
Il segretario generale regionale
Donato Lamorte