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«Basta piangersi addosso» – Manifesto Cisl per la montagna

Stop all’autocommiserazione, la montagna diventi il banco di prova per un rilancio “verde” dell’Italia. La sortita arriva dal manifesto per lo Sviluppo della Montagna che la Fai-Cisl, la federazione italiana agricola, alimentare, ambientale, ha lanciato in questi giorni a tutto lo Stivale, compresa la Cisl Alto Friuli che con il suo segretario generale Saverio Scalera e con Franco Colautti, ne ha raccolto gli indirizzi. “Il mondo è entrato in una fase di grandi cambiamenti. La geografia dello sviluppo è oggi segnata dall’irrompere di nuovi protagonisti come Cina, India e Brasile, destinati a svolgere un ruolo sempre più importante nell’economia globale – si legge nel manifesto – questo processo di allargamento dello sviluppo contiene molti aspetti positivi, ma pone anche inediti problemi di equilibrio tra domanda aggiuntiva di beni, e risorse disponibili.
In questa prospettiva, risulta insostenibile l’idea di estendere il modello di sviluppo energivoro, delle grandi concentrazioni industriali, urbane e di servizio, che ha accompagnato la crescita economica dei paesi avanzati per gran parte del secolo scorso”. Per questo la montagna italiana può svolgere un ruolo determinante nei processi di innovazione che potrebbero rendere più sostenibile il posizionamento nella nuova concorrenza internazionale.
“I tempi sono oggi maturi per inserire nell’agenda politica italiana progetti di sviluppo imprenditoriale e infrastrutturale finalizzati a trasformare il territorio in senso “green” – prosegue la Fai-Cisl – l’esempio dell’edilizia sostenibile, che si è diffusa in alcune aree del Paese, dimostra che il risparmio energetico è compatibile con una migliore qualità della residenza e, allo stesso tempo, con la valorizzazione economica del patrimonio immobiliare”. E’ arrivato il momento di invertire questo processo, facendo della montagna e dello spazio rurale i fattori di un nuovo sviluppo dell’Italia. “Queste attività produttive possono trovare nella montagna – è stato sottolineato nel manifesto, adattabile secondo Colautti anche alla situazione attuale dell’Alto Friuli – i territori ideali per crescere, contribuendo in questo modo a rilanciare l’Italia sulle frontiere più avanzate dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile. Piccoli comuni dotati di servizi moderni e di qualità, villaggi turistici di montagna, alberghi diffusi, outlet commerciali, strade del gusto, parchi dello sport, fabbriche abbandonate e trasformate in centri culturali, città dell’innovazione sono tutti luoghi nei quali si stanno sperimentando nuovi modelli di vita e di consumo”.
La Fai-Cisl pone l’accento anche sulle nuove istituzioni per la governance del territorio: “Il “federalismo” fiscale ed i nuovi livelli di “sussidiarietà” tra regioni e territori sono oggi tema centrale nell’agenda di governo. I piccoli comuni e gli altri enti rappresentativi lanciano una propria specifica proposta per il federalismo italiano: trasformare le istituzioni oggi esistenti, da enti locali di distribuzione (centro di costo dello stato nazionale) a istituzioni di progetto (centri di profitto), agenzie di sviluppo, capaci di elaborare programmi di investimento autonomi”.