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ACCORDO ALLA DM ELEKTRON

Trentanove mesi di contratto di solidarietà saranno utilizzati in Dm Elektron per far fronte alla difficile congiuntura economica. L’ammortizzatore sociale interesserà soprattutto 45 persone, che resteranno a casa a zero ore e saranno poste in mobilità alla fine dei tre anni e tre mesi, ma potrà essere impiegato, in caso di necessità, anche per il resto della forza lavoro. Questa la sostanza dell’accordo separato firmato da Fim Cisl e Uilm Uil con cui si mette fine alla lunga e complessa vertenza della Dm Elektron. «Abbiamo firmato un buon accordo – dichiarano Luigi Oddo (Uilm) e Giorgio Spelat (Fim) – visto che per tre anni garantirà tutti i posti di lavoro. Fra difficoltà e trattative a volte frenetiche – continuano i sindacalisti – siamo arrivati a concordare l’utilizzo di un contratto di solidarietà per 3 mesi, più 3 proroghe da 12 mesi, che coinvolgerà in percentuali diverse tutta la forza lavoro. Un percorso certo di ammortizzatori sociali che potrà evitare una riduzione di personale nel breve e medio periodo». All’origine della vertenza, ricordiamolo, c’è una situazione di difficoltà della bujese Dm Elektron dettata dalla crisi contingente. La contrazione delle commesse e in generale l’andamento altalenante dei mercati ha indotto la proprietà a stimare oltre una quarantina di esuberi, licenziamenti necessari – aveva spiegato mesi addietro l’amministratore delegato Michela Del Piero – se non si voleva mettere a repentaglio l’esistenza stessa dell’azienda di Buja. Cisl e Uil, dopo una lunga trattativa, hanno sposato la tesi. «Anziché chiudere – dichiara ancora Oddo – abbiamo garantito ai lavoratori tre anni di sostegno e devo dire che la quasi totalità delle maestranze ha condiviso questo percorso». Quanto agli occupati, che oggi complessivamente sono 171, 45 (5 impiegati e 40 operai) resteranno a casa stabilmente e alla fine del triennio saranno posti in mobilità. Si prospetta dunque la riduzione di un quarto della forza lavoro della Dm, sul cui futuro l’ad Del Piero mette le mani avanti: «La situazione a oggi resta critica – afferma –. Abbiamo contenute flessioni delle commesse come del resto i nostri clienti. Il futuro? Impossibile fare una previsione oggi», dichiara Del Piero, pur garantendo che in linea di massima, quanto alla struttura dell’azienda, «la testa resterà a Buja, la produzione in Romania».