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«CONTRATTI DEI DIPENDENTI PUBBLICI BLOCCATI DAL 2009»

Non vanno nè la Legge di Stabilità nazionale nè quella regionale. Non vanno – secondo Cgil, Cisl e Uil – perché non contengono ancora i fondi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, che in Fvg sono 63 mila e attendono da sei anni. Gli stipendi sono fermi dal 2009 e il Governo Renzi, sollecitato dalla Corte Costituzionale, ha stanziato 291 milioni, cioè circa 8 euro lordi, in media, per ogni dipendente delle amministrazioni centrali (ministeri, parastato e agenzie centrali) e dell’istruzione (scuola pubblica, università, ricerca). Per gli altri comparti (sanità, enti locali, camere di commercio, vigili del fuoco) la partita si giocherà su altri tavoli, compreso quello tutto regionale del Comparto unico. Inevitabile, quindi per i rappresentanti sindacali, la mobilitazione in programma il 28 novembre a Roma. I segretari regionali Mafalda Ferletti (Fp-Cgil), Massimo Bevilacqua (Cisl-Fp), Luciano Bressan (Uil-Fp) e Lorenzo Schiavini (Uil-Pa) bocciano dunque i bilanci di previsione nazionale e regionale. «In Fvg dal 2009 – dichiarano i segretari – sono stati cancellati 800 posti di lavoro nella sanità e 2.000 nel Comparto unico Regione-enti locali. E i contratti sono fermi al 2009 e potrebbero tranquillamente autofinanziarsi con i risparmi legati al mancato turnover, ormai giunti alla cifra astronomica di 100 milioni all’anno tra sanità e Comparto unico, senza contare le risorse risparmiate in sei anni di blocco contrattuale». Nemmeno nella Finanziaria regionale ci sono fondi per il 2016. «Una scelta che, se confermata, ricalcherebbe in peggio l’impostazione del Governo nazionale», sostengono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Che chiedono l’apertura immediata del tavolo con Regione ed enti locali.