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Affrontare la crisi pensare al futuro!

di Daniele Morassut, Segreteria UST CISL PORDENONE

La crisi finanziaria che dagli Stati Uniti è dilagata in tutto il mondo, ha aggredito con rapidità e durezza i sistemi finanziari evidenziando tutti i limiti di un modello di sviluppo privo di regole fondato essenzialmente su un incontrollato indebitamento delle famiglie e delle imprese, nascosto da un sistema di finanza creativa a solo vantaggio di un capitalismo che non ha fondamento con l’economia e la ricchezza prodotta dal lavoro. Tale situazione si è ampiamente riversata sull’economia reale creando ulteriore grave difficoltà alla crescita e alla competitività, aggravando la situazione sociale con il ricorso alla cassa integrazione e alla disoccupazione per migliaia di persone.
Anche nel nostro territorio stiamo subendo le conseguenze di questa situazione negativa, dal mese di settembre infatti, è notevolmente aumentato il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e alla mobilità per molti lavoratori del manifatturiero e per quelli impegnati nelle attività di servizio alle imprese e alle persone.

I settori che maggiormente soffrono sono quelli della meccanica, del legno arredamento, ma anche dell’edilizia che dopo anni di buon andamento fa registrare una situazione preoccupante.  

Una situazione dunque di difficoltà che ricade soprattutto sui lavoratori e sulle famiglie; che stiamo fronteggiando con impegno e determinazione nei luoghi di lavoro con la sottoscrizione di accordi e con la ricerca di soluzioni con le aziende e le istituzioni.
Nella nostra Provincia si è intervenuti anche con la richiesta alla Regione Friuli Venezia Giulia di riconoscimento di grave stato di crisi appunto per i comparti della meccanica e del legno arredamento.

La determinazione di tale condizione consente di mettere a disposizione di imprese e lavoratori strumenti di sostegno utili a fronteggiare la situazione.

La “coperta è corta” e in molti si stanno facendo avanti per chiedere interventi di sostegno; tuttavia è fondamentale che le istituzioni e la politica privilegino oggi i lavoratori trovando le risorse economiche necessarie per sostenere i redditi e mantenere i consumi, dando risposta a chi è stato colpito dalla sospensione dell’attività lavorativa, dal licenziamento, dalla conclusione del contratto di coloro che hanno svolto attività temporanea.

La crisi non sappiamo quanto durerà e quali conseguenze provocherà sul tessuto economico e sociale, per questo quanto fino ad oggi ottenuto, rappresenta solo un primo passo nella direzione di estendere gli ammortizzatori sociali per la prima volta anche per i lavoratori precari e per i settori esclusi dalla Cassa Integrazione. 

Il coinvolgimento degli Enti Bilaterali ed i fondi interprofessionali possono poi svolgere un intervento sussidiario alle risorse già definite dal Governo Nazionale e dalla Regione, avere infine una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali quanto mai necessaria. (Quanti oggi tardivamente si dolgono per non aver dato ascolto alle proposte avanzate dalla CISL……sic).

Ma la crisi evidenzia ed accentua che nel nostro territorio non possono essere ulteriormente rinviate scelte che devono essere assunte in particolare dal mondo delle imprese, che hanno rinviato e spesso sottovalutato l’esigenza di fare più qualità del lavoro, più qualità dell’impresa, più qualità di servizi e infrastrutture; raccogliendo così la sfida affinché il sistema produttivo pordenonese, incentrato sul manifatturiero, sappia compiere quel salto che la competizione internazionale impone.

Non deve passare l’idea che per colpa della crisi internazionale ancora una volta vengono rinviate le questioni della innovazione di processo e prodotto: la necessità di sviluppare politiche produttive che tengano conto dell’ambiente, del risparmio energetico, il superamento della cronica carenza delle infrastrutture di cui soffre il nostro territorio, la formazione delle risorse umane, la patrimonializzazione delle imprese a confronto con il settore del credito efficiente.

Per tutto questo potremo dire che il nostro territorio ha bisogno di imprenditori che sanno rischiare, che accettano la sfida della competizione internazionale, che credono nella loro aziende e per questo investono, sapendo che la crisi avrà una fine e che a quel punto saremo pronti a ripartire facendo ciò che sappiamo fare meglio.

Questo è il momento per restituire al territorio ed ai lavoratori quanto il sistema imprenditoriale e le imprese hanno ricevuto, questo serve a mantenere coesione sociale e sviluppo, e per tutto ciò la CISL è pronta a portare il proprio contributo, perché noi dal pari accettiamo la sfida.