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«I dipendenti bancari? Sempre più stressati»

La Fiba Cisl analizza la situazione di FriulAdria: disturbi fisici e psichici in aumento
La denuncia

Lo stress? Abita in banca.
Sempre più numerosi i dipendenti del settore bancario che soffrono di patologie riconducibili allo stress. E se nei grandi gruppi il fenomeno è molto evidente e finisce spesso sulle pagine dei giornali, certamente anche quelli di minori dimensioni non ne sono esenti. E FriulAdria non fa eccezione. In attesa dei dati ufficiali «i “rumors” in azienda – spiega Gianni Dal Bel Belluz, segretario responsabile Fiba Cisl in FriulAdria – danno in notevole incremento il numero di prestazioni della cassa mutua sanitaria. I dipendenti di Friuladria sembrerebbero manifestare disturbi fisici e psichici in maniera nettamente superiore al passato. Del resto – prosegue – lo scorso anno, come Fiba Cisl, abbiamo effettuato un’analisi di clima basata su un questionario anonimo dal quale è emerso che quasi il 60% dei lavoratori manifestava qualche forma di sofferenza. Negli ultimi tempi, dai molti segnali che riceviamo, la situazione sta peggiorando. L’incremento dei carichi di lavoro a fronte della riduzione degli organici, il livello asfissiante e insopportabile delle “pressioni commerciali”, la crescente difficoltà nel conciliare la vita privata con il lavoro, sono prove di un contesto in deterioramento». Sembrerebbe che anche i dipendenti FriulAdria, dunque, si rivolgano al medico per cefalee, gastrite, disturbi cardiaci, irritabilità, stanchezza generale, difficoltà di concentrazione, attacchi di panico e di ansia, disturbi dell’alimentazione, ecc. che sono alcuni dei sintomi più comuni, più o meno gravi, collegabili allo stress. Quasi una “malattia professionale” del mondo del credito, che se pure ha tutele normative e occupazionali migliori rispetto ad altri settori, per contro «da tempo subisce pesanti cambiamenti – ricorda Pierangelo Mazzarella, segretario regionale della Fiba Cisl -, fra accorpamenti aziendali, riorganizzazioni e un modo di “fare banca” esasperatamente orientato alla vendita di prodotti bancari e assicurativi. Il sistema punta a obiettivi economici e ambiziosi nel breve periodo, e questo spesso ha creato problemi alla clientela, ma che provoca anche un forte malessere tra gli addetti alle vendite che denunciano ogni giorno le “pressioni commerciali” alle quali sono sottoposte».
Il punto è che lo stress non è più un problema “soggettivo” di cui il singolo deve farsi carico. «L’articolo 28 del Testo unico sulla sicurezza del lavoro – spiega Del Bel Belluz – dice chiaramente che il datore di lavoro deve compiere una valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza non solo limitandosi ad attrezzature, ambiente, prodotti e sostanze ma considerando anche elementi riferibili allo stress lavoro-correlato. La nuova disposizione avrebbe dovuto entrate in vigore ad agosto, ma potrebbe venire prorogata alla fine di dicembre». L’applicazione di queste norme «porterà vantaggi a tutte le parti in campo – secondo il sindacalista -, perchè qualsiasi organizzazione, anche un’azienda, è fatta di persone: se il contesto nel quale si lavora è conflittuale, sono inevitabili le ripercussioni sull’attività. Le persone sono i pilastri portanti di un edificio, un patrimonio da proteggere e valorizzare. Ora, a prescindere dalla data di entrata in vigore della normativa, secondo noi è necessaria un’azione decisa, anche giudiziale, se necessario. Come sindacato abbiamo già inviato una lettera al direttore generale nella quale abbiamo denunciato il grave malessere dei dipendenti, ma non abbiamo ricevuto una risposta».
Il silenzio, per la Fiba, non è accettabile: «Vista l’atmosfera che si respira, direi che questa è una partita epocale. Non vorremmo arrivare ad un conflitto, preferiremmo il confronto. Ma se dovesse venirci negato, allora non ci tireremo indietro per difendere e tutelare la salute dei nostri colleghi».