«Pistole ai vigili urbani? Nessuno ci ha coinvolto»
Giani (Cisl): in revoca i part-time, valuteremo iniziative legali
Le pistole ai vigili? Una scelta fatta passando sopra gli interessi e le esigenze degli stessi agenti della polizia municipale, i quali non è dato sapere che fine faranno se opteranno per l’obiezione di coscienza. E che stanno pagando, peraltro, per l’applicazione della legge regionale sulla Sicurezza che ridiscute il part-time. La Cisl – una delle sigle più forti all’interno del corpo con l’Ugl che al contrario spinge per l’armamento – boccia così il dibattito in vista del voto del Consiglio comunale sulle pistole in dotazione agli agenti della municipale per turni di notte, servizi di pronto intervento e custodia del Municipio. «Continuiamo a constatare – scrive in un comunicato Walter Giani, segretario Cisl Fp e vigile – proposte organizzative sempre diverse e meno condivise. Ciò che ci lascia perplessi è il fatto che nessuno, politico o dirigente esso sia, abbia finora coinvolto in questo proposito di riforma i lavoratori interessati o i loro rappresentanti sindacali. Probabilmente ritengono che il successo e la bontà di un nuovo servizio da erogare sia connesso alle decisioni di taluni, magari all’arroganza di chi più alza la voce. Così si continua a sentir parlare di 75 volontari pronti ad usare l’arma, ma, avendo fatto una rapida indagine tra i colleghi in servizio, non sappiamo ancora dove e come li abbiano individuati. Adesso mettono in dubbio la volontà di costituire un’apposita armeria e propongono di far portare agli agenti le pistole a casa, come se la casa fosse la loro». «Nel frattempo – prosegue Giani – nessuno ci ha ancora comunicato quale futuro abbiano deciso per gli obiettori di coscienza che stanno lavorando nel corpo. Però, giusto per gradire, stanno revocando a tutti gli operatori della municipale il part-time regolarmente contrattualizzato, applicando così la discutibilissima legge regionale sulla Sicurezza e creando una discriminazione pazzesca rispetto agli altri colleghi d’Italia che il part-time continuano a farlo, magari non per proprio comodo ma perchè hanno la sfortuna d’avere situazioni familiari critiche. A Trieste questo non sarà più concesso. Per informare e discutere di queste ed altre ragioni la Cisl Fp convocherà a breve una assemblea dei lavoratori della polizia municipale e valuterà ricorsi legali e iniziative da adottare».