APPELLO AL VOTO CONTRO IL DEGRADO DELLA POLITICA
E’ un coro all’unisono quello che si leva dall’abbazia benedettina di Sesto al Reghena, un appello ad andare a votare contro il degrado della politica e per ristabilire alla gestione della cosa pubblica persone credibili. Nessun orientamento di voto da parte della Cisl di Pordenone, ma l’invito ad essere “vettori di una nuova politica e di un cambiamento reale”. E’ quanto emerso ieri (per chi legge) dal convegno promosso dal Sindacato della destra Tagliamento e dalla Fnp Cisl, coordinato dal segretario generale Arturo Pellizzon, e dedicato proprio al tema spinoso, ma attualissimo, del rapporto tra politica ed etica. “Oggi – ha esordito il segretario provinciale dei Pensionati, Gianni Santin – dobbiamo riscoprire il senso della partecipazione perché le partite da giocare sono molte e tutte strategiche, dal superamento della legge porcellum alle battaglie per ridare equità e redistribuire meglio la ricchezza, anche attraverso la riforma del fisco che per noi resta prioritaria e decisiva”. Alla viglia delle elezioni, il Sindacato punta dunque ad una nuova progettualità, ancorata ad un patto intergenerazionale, una vera e propria alleanza tra giovani e pensionati sulla giustizia, contro la corruzione, sul sociale. Il punto di partenza, ben esplicitato dal professor Lorenzo Biagi dell’università Sisf non può che essere il ritrovare, anche attraverso la politica virtuosa e la forza del Sindacato, la dimensione del vivere insieme, oggi totalmente logorata. Al dato allarmante del Censis, secondo cui 3 italiani su 4 non si fidano addirittura dei propri parenti, occorre – per il professore – un risveglio delle coscienze alimentato da nuovi spazi-agorà di confronto, ad una riformulazione gerarchica dei valori e ad una nuova visione della società. Necessità di visione recuperata anche dal direttore di Unindustria Pordenone, Paolo Candotti, che ripercorrendo le origini della crisi anche territoriale, rilancia con determinazione il ruolo degli organismi intermedi della società per riconoscere i bisogni collettivi. “La responsabilità della classe politica, imprenditoriale e sindacale deve essere quella di fornire una visione, un programma”. Programma – a detta di Candotti – già declinato sul territorio per quanto riguarda le imprese e le parti sociali e racchiuso nel recente Avviso comune che individua un nuovo modello di sviluppo industriale. “Credo – commenta il direttore – che la vocazione industriale di questo territorio vada salvaguardata attraverso relazioni industriali nuove, maggiore internazionalizzazione, lotta agli sprechi e perseguimento dell’efficacia, investimenti in nuovi settori, ma per questo serve una buona politica”. Cinque gli aggettivi individuati per descrivere “la politica che vorrei”: onesta, responsabile (in grado di fare scelte), equa, competente, rapida. La ricerca della dimensione collettiva deve essere però al centro anche del sistema di welfare, oggi abbagliato – stando alla valutazione del coordinatore socio sanitario Ass 6, Alberto Grizzo – da schemi pietistico passivi, orientati al solipsismo. Anche il sistema socio-sanitario – ha affermato in sostanza il professore, richiamando le dinamiche della non autosufficienza o delle malattie psichiatriche – deve essere ripensato dall’etica politica sotto nuovi paradigmi, favorendo la dimensione collettiva, l’inclusione sociale, l’interdipendenza a contrasto dell’imperante solitudine.
L’appello finale è del segretario nazionale dei Pensionati, Ermenegildo Bonfanti: “Nonostante tutto – ha detto il confederale – il Paese ha bisogno di politica, che è vivere insieme. Oggi sono sotto gli occhi di tutto gli effetti della non politica, ovvero il populismo e il non guardarsi in faccia”. E un monito anche al Sindacato perché sia sempre più soggetto attivo, capace di raggiungere tutti, di mostrarsi nelle sue persone, di coltivare relazioni vere per perseguire le battaglie con l’attenzione verso l’altro, in chiave solidaristica.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg