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ASSUNZIONI BLOCCATE, OSPEDALE A RISCHIO

I numeri erano già risicati. Poi la Regione ha fatto scattare il blocco delle assunzioni ancorandolo ai vincoli di bilancio. E intanto cessazioni e mobilità hanno continuato a falcidiare l’anagrafe del personale, imprimendole un trend negativo che, dalla primavera scorsa, ha sottratto all’Azienda ospedaliero universitaria una media di 5 dipendenti al mese. Ora, però, al Santa Maria della Misericordia sta per scattare un’emergenza senza precedenti che rischia di paralizzare blocchi operatori, reparti, ambulatori, minacciando di prolungare a dismisura le già lunghe liste d’attesa e di mettere a repentaglio perfino i programmi di screening oncologico. A lanciare l’allarme è la Cisl Fp. «Sono 96 i contratti a termine che scadranno entro dicembre – spiega il segretario generale per la zona dell’Udinese e della Bassa friulana, Nicola Cannarsa –. Riguardano infermieri, tecnici di laboratorio, ostetriche, tecnici di radiologia e operatori socio-sanitari, ai quali vanno aggiunti oltre una decina di contratti a termine di prossima scadenza con i quali sono stati reclutati altrettanti medici. Una situazione insostenibile se si pensa che l’ospedale di Udine era già borderline. Infatti aveva numeri appena sufficienti a gestire l’assistenza, pur con liste d’attesa consistenti. La grave situazione che potrebbe venirsi a creare al Santa Maria richiede un intervento immediato da parte della Regione, tant’è che scriveremo all’assessore alla Sanità Luca Ciriani e al direttore centrale Gianni Cortiula per segnalare il grave rischio sia per i pazienti, sia per i dipendenti. Una situazione – aggiunge il sindacalista – che intendiamo portare all’evidenza del prefetto al più presto». Di fatto il problema è già scattato, perché alcuni dei dipendenti con contratti a scadenza devono ancora smaltire le ferie. Quindi i numeri del personale effettivamente in servizio sono sottodimensionati rispetto a quelli indicati dalle piante organiche. Inoltre, segnala il segretario Cisl dell’Udinese e della Bassa, «il personale femminile rasenta il 70 per cento dell’organico complessivo, in alcuni reparti le donne rappresentano quasi la totalità dei dipendenti. Come far fronte alle assenze per maternità, alle malattie – si interroga Cannarsa – come conciliarle con la già consistente percentuale di lavoratori inidonei per patologie professionali, con gli infortuni, con i dipendenti che usufruiscono del congedo per accudire familiari affetti da disabilità ai sensi della legge 142/92, senza rischiare di paralizzare blocchi operatori, reparti, ambulatori e servizi?». Non basta, grazie al “concorsone” organizzato dall’Azienda per i servizi sanitari 4 del Medio Friuli che ha registrato ben 3.800 candidature, il Santa Maria della Misericordia avrebbe dovuto reclutare 25 infermieri. Assunzioni che, stante il blocco imposto dalla Regione, per ora, non si possono fare. Ai vincitori del concorso, quindi, non resta che attendere in graduatoria e sperare che la scure della spending review smetta di abbattersi sul personale delle aziende sanitarie con i bilanci in rosso. «Si tratta di norme che vanno riviste, perché possono avere esiti pericolosissimi – avverte Cannarsa – basti pensare che tagli di questo tipo hanno già creato un blocco in qualche ospedale toscano, dove ormai si garantiscono solo le urgenze, mentre sono stati bloccati gli interventi ordinari. Che cosa potrebbe succedere ai malati se al Santa Maria succedesse la stessa cosa?» butta lì preoccupato Cannarsa.