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«Un patto per contrastare il lavoro irregolare»

Il lavoro nero? «Una piaga che va contrastata. Apprezzabile il lavoro svolto dagli organi ispettivi, ma a nostro giudizio è necessario che tutti gli attori sociali, dalle imprese al sindacato alle istituzioni, agiscano congiuntamente e facciano la loro parte per contrastare efficacemente ogni forma di abuso».
E’ Daniele Morassut, componente della segreteria provinciale della Cisl, a lanciare la proposta di un’azione comune a fronte dei dati, allarmanti, sulla dimensione del lavoro irregolare in provincia di Pordenone. Un fenomeno «ampiamente prevedibile» secondo Morassut, perché «le difficoltà economiche accentuano “l’arte di arrangiarsi” di tanti che non si fanno molti scrupoli e scelgono di operare sul mercato eludendo o evadendo le regole. In questo modo – spiega il sindacalista – si produce una condizione perversa: da un lato non si versano i contributi alla previdenza per i lavoratori, non si pagano le tasse allo Stato, che poi siamo tutti noi, cosicché lo Stato, attraverso le sue articolazioni, è sempre più in difficoltà a garantire servizi essenziali di pubblica utilità. Dall’altro lato – prosegue – si mettono fuori mercato le aziende serie, e sono tante, che invece si danno da fare per rispettare le regole e i lavoratori, per versare i contributi previdenziali e assicurativi, per tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per dare garanzie rispetto al lavoro fatto».
In provincia di Pordenone «secondo i dati della Camera di commercio – prosegue Daniele Morassut – sono attive oltre 26 mila imprese che danno lavoro a circa 136 mila occupati. Secondo i dati resi noti dalla stampa, nel 2010 grazie all’attività di vigilanza degli enti preposti, sono state ispezionate oltre 850 aziende e più di un terzo è risultata irregolare». Ma quanto emerso dalle ispezioni «rappresenta una goccia nel mare» a giudizio dell’esponente della Cisl, e «ancora una volta dobbiamo constatare che la lotta al lavoro nero e irregolare è una lotta impari, gli uomini e i mezzi impiegati non bastano mai a contrastare questa piaga».
Da qui l’appello per un nuovo “patto” tra vari soggetti per rendere più efficace la battaglia contro l’irregolarità. E «la recente firma del protocollo tra Unindustria e sindacati – conclude Morassut -, che fra i temi posti mette in evidenza anche il contrasto al lavoro nero, rappresenta una condizione essenziale per lo sviluppo di un’economia sana e al tempo stesso occasione per ridurre la pressione fiscale e contributiva a chi rispetta le regole».