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BILLA PORCIA, VERTICE RINVIATO

PORCIA Al megastore Billa di via Roveredo a Porcia tutto è rimandato al vertice romano di domani pomeriggio tra le tre sigle sindacali nazionali Cisl Cgil e Uil e i vertici aziendali. Questo quanto in sostanza hanno riferito i rappresentati sindacali di Cisl Fisascat e Uil Tucs del punto vendita ai lavoratori che ieri mattina sono stati convocati in assemblea per fare il punto della situazione. «Abbiamo raccolto le preoccupazioni dei lavoratori – spiega Adriano Giacomazzi, segretario della Cisl Fisascat di Pordenone – ma abbiamo anche tranquillizzato sul fatto che ad oggi non ci sono elementi di novità che possano far presagire nulla. Il negozio di Porcia – ha spiegato – resta in vendita, ma fino alla fine del 2011 non ci saranno novità». Proprio ieri è inoltre arrivata un’altra informazione che dovrebbe servire a buttare acqua sul fuoco delle preoccupazioni della cinquantina di dipendenti. «L’azienda – dice Giacomazzi – attraverso il direttore del punto vendita ha fatto sapere che l’operazione di svendita attualmente in corso dei prodotti no food interessa tutti i megastore del gruppo e – precisa – serve a sfoltire i magazzini, riducendo i costi e creando liquidità, così da non ricorrere agli istituti di credito». Non si tratterebbe, a detta dell’azienda che è in regola con i pagamenti degli stipendi, di un segnale di chiusura imminente. Del resto Billa non ha fatto mistero di avere avviato, con la primavera di quest’anno, una mega operazione di vendita che coinvolge tutti i megastore (Porcia compreso) d’Italia e i supermercati di Toscana e Lazio. «A oggi tuttavia – fa sapere il segretario della Cisl Tucs – sono stati venduti solo i punti vendita del Trentino Alto Adige, acquistati da un imprenditore locale che ha assorbito anche la forza lavoro». Decisivo quindi per le forze sindacali è il vertice chiesto a livello nazionale con Billa e fissato per domani. Sul caso di Porcia pende un altro dato noto: «Il contratto d’affitto dei locali – ricorda infatti Giacomazzi – ha scadenza naturale alla fine del 2012». Ci sarebbero tuttavia voci che ipotizzano una proroga al 2013. Utile forse a trovare un’acquirente locale? A oggi restano tuttavia ipotesi gli scenari possibili per il 2012. «L’azienda potrebbe vendere il negozio – elenca Giacomazzi –, trasferirlo in altro sito oppure chiudere del tutto e in ciascun caso è necessario capire cosa intende fare dei lavoratori. Impossibile però – ribadisce – dirlo ora».