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BONANNI IN FVG, AL CENTRO DELLA VISITA IL LAVORO

Nel cuore del Triangolo della Sedia, la Cisl regionale rilancia il tema del lavoro. Lo fa questa mattina a San Giovanni al Natisone (scelta non casuale, quella dell’Ipsia Mattioni, a rimarcare il legame con la formazione) nel corso di un partecipato vertice con il segretario nazionale Raffaele Bonanni.
Lavoro, crescita, riforma del fisco sono le priorità che emergono con forza e spiccano dall’agenda del Sindacato che punta il dito contro l’assenza di politiche industriali, adeguate a sostenere la ripresa e lo sviluppo.
“La situazione – spiega il segretario regionale Giovanni Fania – resta critica anche per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia. I segnali di ripresa sono insufficienti per farci pensare che siamo fuori dalla crisi”. “Tanto più – aggiunge – se si considera, da un lato, che per molti lavoratori gli ammortizzatori sociali sono agli sgoccioli e, dall’altro, che, parimenti alla richiesta di cassa soprattutto straordinaria, sta crescendo a livello nazionale quella in deroga, ovvero per i soggetti di per sé meno tutelati e precari”.
Ben vengano, dunque, per la Cisl le misure e le risorse stabilite nel Decreto anticrisi così come sugli ammortizzatori sociali; tuttavia, la sensazione è che se molto e bene è stato fatto per contrastare la crisi, manchino, invece, le politiche di prospettiva, ovvero percorsi concreti tarati sulla media e lunga distanza.
Insomma, per la Cisl, ormai è chiaro il quadro del lavoro richiede di avviare un ragionamento concreto sui temi della crescita e dello sviluppo e soprattutto di dare priorità a quel comparto manifatturiero, che rimane la spina dorsale del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia e che oggi sembra abbandonato a se stesso. “Bisogna strutturare assolutamente un tavolo di confronto permanente – incalza Fania – una sorta di task force non solo per monitorare come fatto finora, ma gestire davvero la crisi e soprattutto individuare gli strumenti e le risorse per la ripresa”.
E’ poi necessario un intervento organico a favore degli soggetti svantaggiati(donne, giovani, over 45), valorizzando gli istituti esistenti che promuovono e incentivano il lavoro stabile, come, ad esempio, l’apprendistato e il contratto di inserimento, insieme ad incentivi ai cosiddetti part time lunghi che, oltre a favorire la conciliazione vita-lavoro, sono utili come strumenti di gestione delle crisi aziendali.

Quanto a Bonanni, le prime dichiarazioni sono state proprio a commento dell’incontro di ieri con il ministro Fornero.
“Ci sono alcune cose positive che hanno smosso il Governo: parlo della tipologia dei contratti. Si va verso l’apprendistato come canale principale per i giovani, che deve condurre al maggior tempo indeterminato. Si va verso un contratto a termine, che deve portare ancora di più a un tempo indeterminato. Mi piace la tecnica di farlo pagare di più e qualora si trasformasse in tempo indeterminato, i soldi pagati tornano indietro all’azienda. Spero che il Governo mantenga la parola e si predisponga a tagliare la testa alle partite iva, agli associati in partecipazione e a tutte le flessibilità malate. Spero che il Governo su questo mantenga la parola data. Va bene anche che la cigo sia mantenuta, così come la cigs. Non va assolutamente bene – ed è un punto di non poco conto – la scelta che vorrebbe fare il Governo sulla mobilità. Vorrebbe ridurre in sostanza il tempo di copertura e la parte economica di copertura, quasi dimezzandola. Questo crea davvero problemi alla gente. Questo è un dosso molto grosso: l’effetto combinato tra una riforma così drastica delle pensioni che innalza verticosamente l’uscita con la crisi come quella che abbiamo significa davvero danneggiare fortissimamente la gente. Su questo non siamo d’accordo. E’ un punto importante che deve essere risolto se si vuol fare l’accordo”.

Il leader della Cisl stamani a San Giovanni al Natisone
BONANNI, MOMENTO DELICATO, OCCORRE USARE IL BUON SENSO
“L’Italia deve tornare a correre”
“La situazione è densa di eventi, ma anche di opportunità. Nonostante il momento di forte spaesamento, che non ci fa dormire tranquilli, non disperiamo”. Raffaele Bonanni esordisce così a San Giovanni al Natisone, ospite dei lavori del consiglio generale della Cisl Friuli Venezia Giulia.
Il Friuli Venezia Giulia. Prima di addentrarsi sulle vicende nazionali, si sofferma sulla regione: “E’un fatto simbolico essere qui oggi, in una scuola professionale che ha servito moltissimo il distretto di Manzano, che conosco e dove ho lavorato anch’io. Mi ricordo quando ci si gonfiava il petto parlando di questo distretto. Da quello che capisco e ho annusato, quei consigli di mettersi insieme e di fare più innovazione non sono stati ascoltati e credo che ci siano migliaia di casi del genere nel nostro Paese”.
Il nodo economia L’Italia deve affrontare con forza alcuni temi, trovare l’energia per porsi fuori da questa condizione di grande precarietà, dovuta al fatto che abbiamo un debito e non lavoriamo sugli investimenti.
Val di Susa: è un altro esempio di un’Italia che non va. Tutti gli europei hanno fatto le loro infrastrutture, i francesi stanno aspettando da 5 anni e mezzo. Da 10 anni i governi hanno trattato, garantito, assicurato e l’unica cosa che si fa è violenza. E sembra pure progressista bloccare un’opera di quel tipo!
Gli investimenti Finchè non avremo investimenti, i nostri giovani, il lavoro e il benessere non troverà pace. È dalla buona economia che viene il lavoro.
Quello che serve Una controversia del lavoro deve durare in un mese come in Germania, non anni; devono esserci infrastrutture; l’energia deve costare di meno.
Il Governo E’ un fatto assolutamente anomalo un governo fatto solo di tecnici, senza un politico. I partiti politici sono usciti dal governo per non prendersi le proprie responsabilità, imponendo anche a non fare concertazione.
Io spero che si abbia la forza di fare un patto sociale, si deve tirare dalla stessa parte, come si è fatto negli ultimi giorni sulla Tav, persino la Camusso.
Patto sociale Si deve fare il patto sociale. Il vero punto sono gli investimenti. Un debito di 2mila miliardi di euro significa svuotare la vasca man mano che la riempiamo. Quello che consigliamo al governo è di vendere dei beni demaniali per assottigliare il debito di 1/3 (e non le persone).
Bisogna cambiare molte storie: le tasse, abbassarle per i consumi e a chi investe; i servizi devono costare di meno ed essere più efficienti. Diversamente non ce la faremo.
Pensioni. La riforma non ci va affatto bene ed è il frutto di una riforma fatta così, lasciando sul campo i cd esodati. Questa cosa si deve risolvere.
Cosa è successo ieri sera? Non abbiamo fatto mancare lavoro certosino, pazienza, diplomazia…alleanza, soluzioni. Ieri sera su alcune cose siamo andati bene: è passata la nostra idea di usare per i giovani l’apprendistato irrobustito; è passata l’idea che il tempo determinato deve costare di più. Le flessibilità malate sono la vergogna delle vergogne. L’altra cosa importante è mantenere la cigo e la cigs.
Sulla mobilità, invece, non ci siamo. Ridurla significa abbandonare le persone. Questo significa abbandonare le persone.
Art. 18: contro gli abusi e le discriminazioni deve rimanere esattamente così com’è. Però, tolto questo, si faccia come la Germania con un giudice che, in assetto di arbitrato, decide rapidamente nei casi gravi il reintegro, nei casi meno gravi l’indennizzo.
Di corsa Il paese non può essere addormentato com’è, deve correre.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg