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CGIL, CISL, UIL CHIEDONO TAVOLO DI CONCERTAZIONE PER TRASFORMARE IL BONUS CARBURANTE IN SERVIZI

Da Il Messaggero Veneto Pesa sulle casse della Regione 56 milioni l’anno, ma soprattutto dopo un ventennio non funziona più. Il bonus benzina è pronto per essere rottamato, dalla giunta di Debora Serracchiani che ieri ha aperto alla richiesta dei sindacati di trovare una exit strategy per un lento ma definitivo abbandono degli sconti. L’apertura è arrivata ieri alla riunione che la presidente e l’assessore alle Finanze, Francesco Peroni, hanno convocato con le parti sociali per illustrare la Finanziaria 2016. Un incontro positivo, hanno confermato i protagonisti all’unisono, perché quella approvata venerdì in via preliminare dalla giunta, è una manovra che vede un incremento di risorse rispetto a un anno fa e che punta a investire sulle riforme, dalla sanità agli enti locali, fino al Trasporto pubblico locale e all’edilizia. E dunque la Finanziaria trova l’ok di sindacati, sistema cooperativo, piccole e medie imprese, Confindustria. I nodi, allora, si spostano in prospettiva, con l’obiettivo – è la richiesta delle organizzazioni sindacali – di aprire un confronto sullo stop agli sconti carburanti e sulla riforma del Comparto unico, due riforme che impegneranno la Regione nei prossimi mesi. Addio alla benzina agevolata Il meccanismo di sconti venne introdotto in regione nel 1996 e modificato in più occasioni, soprattutto per l’incombere della Commissione europea, che ha più volte richiamato la Regione e aperto procedure d’infrazione. Oggi lo sconto al litro vale 14 centesimi sulla benzina e 9 sul gasolio in fascia due – i Comuni all’interno della regione – e sale a 21 e 14 in fascia uno – i Comuni lungo i confini della regione. Ma, dopo molti anni, il mercato è “drogato” e il bonus non garantisce più di superare la concorrenza di prezzo con Austria e Slovenia, ma nemmeno con le regioni vicine, come il Veneto. Tra Latisana e San Michele al Tagliamento o tra Cordovado e Gruaro, il prezzo è uguale, eppure in Fvg ci sono gli sconti. Anzi, in alcune località venete costa anche meno rispetto al prezzo locale agevolato. «Bisogna uscire dal sistema scontato – conferma Franco Belci, segretario Fvg della Cgil – e va creato un percorso lento e graduale, perché non funziona più. Sappiamo che ci sono settori che entreranno in sofferenza, soprattutto quello dell’autotrazione che subisce la concorrenza forte della Slovenia, ma ormai il meccanismo è consumato, la mannaia europea vale per tutti e l’effetto è ormai il paradosso che in Veneto i carburanti costano meno. Dobbiamo quindi trovare un modo per trasformare il bonus in servizi». Una strategia che trova d’accordo i sindacati. «Va aperto un tavolo di confronto per superare il bonus – aggiunge Giovanni Fania, segretario Fvg della Cisl – perché non è più sostenibile». La cancellazione del bonus ha già fatto discutere il Consiglio regionale, perché gli sconti sono stati prorogati fino al 31 dicembre, ma già alcuni partiti hanno chiesto di eliminare i bonus, da Sel ad Autonomia responsabile – la civica dell’ex governatore Renzo Tondo – , che ha già chiesto di spostare le risorse per gli sconti al settore dell’edilizia, in sofferenza. La manovra per le riforme Un incontro positivo, dice la presidente. «Perché siamo davanti a una Finanziaria regionale dove non si tagliano risorse e dove riusciamo ad allocare importi maggiori su alcuni temi importanti come, ad esempio – aggiunge Serracchiani –, gli ulteriori 50 milioni sulla sanità e 14 sulle infrastrutture, ma abbiamo anche anticipato le risorse per la Cultura in modo da permettere una migliore programmazione». La presidente ricorda l’attenzione alle Politiche attive del lavoro e alla Fomazione, alla riforma degli Enti locali e alla legge della finanza locale, tanto che è la prima volta nella storia della Regione che tutte le risorse destinate ai Comuni sono stanziate interamente in bilancio. «Questo – spiega Serracchiani – consente ai sindaci di pianificare e programmare». Nei dettagli presidente e assessore confermano che i 50 milioni in più per la sanità saranno destinati alla realizzazione sul territorio dei centri di assistenza primaria, uno dei componenti della riforma. «Quindi – ripete Serracchiani – trasferiamo risorse sul territorio per fare sullo stesso ciò che prevede la riforma, oltre che per occuparci del personale della sanità». «Questa manovra – conclude Peroni – ci consente di partire dallo stesso punto di partenza dello scorso esercizio, dalle stesse cifre, e questo non è consueto, e ci ha permesso anche di anticipare alcune risorse». La Finanziaria tornerà in giunta venerdì, per l’approvazione definitiva, e poi comincerà l’iter in Consiglio fino a metà dicembre, quando sarà varata. L’ok dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sono dunque soddisfatti, seppur con sfumature diverse. E spostano l’attenzione su ciò che manca. Chiedono di spingere l’acceleratore sulla Formazione, ma anche l’apertura di un tavolo di confronto per la riforma del Comparto unico. Senza dimenticare l’edilizia, settore fondamentale per il Fvg. annabuttazzoni