Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > CHIMICA FVG, TRA CRISI ED OPPORTUNITA’

CHIMICA FVG, TRA CRISI ED OPPORTUNITA’

Articolo pubblicato su Conquiste del Lavoro La crisi colpisce duro anche la chimica friulana, malgrado sul territorio non manchino fortissime tradizioni e potenzialità. Ad oggi, tra licenziamenti e ammortizzatori sociali, dalla congiuntura negativa sono interessati otre 3mila lavoratori, con in piedi vertenze strategiche come quella, ormai nazionale, di Ideal Standard, che sta attendendo tutt’ora un imprenditore in grado di rilanciare l’attività ceramico-sanitaria. Ma non solo. A tenere banco sui tavoli sono tutti i comparti seguiti dalla Femca, che proprio i giorni scorsi ha eletto a segretario generale Franco Rizzo. Basti pensare all’indotto della gomma-plastica che ruota intorno ad Electrolux e a tutte quelle realtà storiche che hanno caratterizzato il territorio e costruito una solida vocazione manifatturiera: la Fil Man Made, fiore all’occhiello del tessile pordenonese, entrata in crisi un paio di anni fa ed oggi rinata come newco con il riassorbimento minimo dei lavoratori; o la Caffaro che dopo la complicata vicenda legata all’inquinamento ambientale da mercurio, è ripartita sotto una nuova cordata imprenditoriale; o, sempre nella bassa friulana, Artenius Italia che oggi vede delle nuove manifestazioni d’interesse; o, ancora, Safilo, leader nella produzione di occhiali griffati, che proprio in questi giorni vede esaurire l’ultima tranche di cassa integrazione straordinaria per il migliaio di addetti del gruppo, 500 solo nel sito di Martignacco (in provincia di Udine) di cui però almeno 400, quasi tutte donne, sono riusciti a ricollocarsi soprattutto grazie all’impegno della Femca locale. La conta complessiva è comunque pesante, con circa una sessantina di aziende, grandi e piccole, che hanno chiuso i battenti o fatto ricorso agli ammortizzatori sociali nell’ultima manciata di anni.
"Dobbiamo – richiamano il segretario uscente Battiston e Rizzo – considerare il lavoro come un patrimonio da difendere e promuovere anche attraverso la creazione di un contesto favorevole, vale a dire infrastrutture, burocrazia snella, allentata pressione fiscale, contrasto all’evasione e all’illegalità, taglio ai costi e agli sprechi". Ma serve anche – per la Femca – ridare a livello regionale centralità all’industria e alle politiche industriali, ricostruendo un manifatturiero forte e capace di fare innovazione e ricerca.
Perchè la chimica regionale ha grandissime potenzialità, basti pensare anche ai centri di ricerca attivi, come, per esempio, Serichim nella Bassa friulana o tutto il comparto farmaceutico a Trieste, con il Friuli Venezia Giulia, in generale, teatro ideale di sperimentazione, come conferma, a livelli macro, il fatto che la regione vanti, rispetto alla media nazionale, il rapporto più alto tra ricercatori e popolazione.
L’appello della Femca Cisl si rivolge, dunque, direttamente alla politica, chiedendo strategie e capacità di visione complessive, insomma un vero e proprio accordo di programma mirato anche ad attrarre investimenti e a potenziare i distretti tecnologici dove produrre nuovi materiali e industrializzare i prodotti ottenuti dalla sperimentazione, dando gambe ad una serie di realtà fondamentali come, ad esempio, nella Bassa friulana l’Osservatorio Chimico Provinciale, che vede la Femca tra i suoi più convinti promotori. Ricerca, dunque, e sperimentazione, ma anche contrattuale, partendo da esperienze pilota già avviate con successo. Basti pensare che soltanto un anno fa, proprio a Pordenone sono stati stipulati, per la prima volta in un’azienda del Friuli Venezia Giulia, i contratti di somministrazone a tempo indeterminato, ovvero lo staff leasing, assumendo nuova forza lavoro.
Tra le partite in piedi, c’è poi anche quella delle multiutility, con la regione che ha avviato un travagliato processo di aggregazioni tra le varie aziende provinciali che si occupano di energia e gas.
"Siamo stati i primi a sostenere questi processi – spiega Rizzo – convinti che questa sia l’unica strada per poter competere sul mercato, controllare le tariffe e presentarsi alle prossime gare. Abbiamo assistito in questi anni a comportamenti scandalosi: oggi diciamo bene all’aggregazione avviata da Hera della triestina Acegas-Aps, dell’udinese Amga e della goriziana ex Iris. Resta, però, ancora da chiarire il ruolo della pordenonese Italgas, ancora purtroppo fuori da queste dinamiche necessarie".

Ufficio stampa Cisl FVG