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CHIUDE LA STOCK, VIA UN ALTRO PEZZO DELL’INDUSTRIA GIULIANA

“E’ con grande rammarico che Stock Spirits Group annuncia la chiusura del sito produttivo di Trieste e il trasferimento della produzione nello stabilimento in Repubblica Ceca”.
Con queste scarne parole qualche giorno fa, la storica azienda giuliana – attiva in città dal 1884, dai tempi dell’impero austroungarico – ha comunicato che lascerà il Friuli Venezia Giulia. Alla base della dolorosa decisione la contrazione del consumo di alcolici e la necessità di restare competitivi. Di fronte a questo contesto – si legge ancora nel comunicato diffuso dall’azienda – “lo stabilimento di Trieste rimane non sostenibile a livello economico rispetto agli altri siti produttivi”, ma a concorrere alla delocalizzazione sarebbero anche altri fattori imputabili al nostro sistema-Paese: così, l’aumento dell’iva al 21% con la prospettiva del 23%, il costo del lavoro più alto che altrove, l’eventuale aumento dell’accisa sugli alcolici entro l’anno, oltre all’impennata dei costi delle materie prime (distillati, vino e zucchero) pari al 30%.
Entro il prossimo 3 maggio – data in cui è stato fissato un ulteriore incontro con l’azienda presso la prefettura giuliana – si saprà se la Stock, dal 2008 controllata dal fondo statunitense Oaktree, confermerà la sua decisione, malgrado le rassicurazioni poste sul tavolo sia dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, sia dalle Istituzioni locali. A rischio, con il trasferimento in Repubblica Ceca annunciato per giugno, ci sono 30 posti di lavoro, 28 diretti, tra impiegati ed operai, e 2 dirigenziali, senza contare l’indotto del trasporto e della logistica.
“La situazione è molto critica” – commenta per la Fai Cisl, il segretario regionale Gioacchino Salvatore. “L’azienda ha preso tempo fino al 3 maggio per valutare gli interventi, anche finanziari, proposti dalle Istituzioni, ma al momento non intravediamo spiragli. In settimana decideremo le azioni da mettere in campo ed un pacchetto di scioperi e purtroppo ci prepareremo ad aprire la procedura di mobilità”.
“Con la Stock – aggiunge il segretario generale della Cisl triestina, Luciano Bordin – se ne va un altro pezzo importante dell’industria locale, un simbolo come il Leone delle Generali, Illy Caffè o i caffè storici triestini. Già nel 2008-2009 l’azienda ha operato una riorganizzazione dello stabilimento che ha portato all’attuale situazione occupazionale (da 115 occupati), con l’impegno di mantenere l’impianto produttivo di Trieste. Già allora si era colta quella riorganizzazione come anticipo di chiusura tanto che i lavoratori, assieme alle Organizzazioni sindacali, avevano raccolto 10mila firme perché l’attività continuasse. Le modalità di annuncio della chiusura e la non volontà di trovare una soluzione sollevano grandi interrogativi sul ruolo sociale di aziende multinazionali rispetto ai territori dove sono posti gli stabilimenti e sull’attrattività industriale della provincia cui grande attenzione dovrebbero porre le istituzioni locali"
Domande di non poco conto su cui anche la Cisl sta ragionando, come conferma pure l’accordo siglato con la Regione e gli enti locali sul percorso da fare per arrivare all’accordo di programma per la ristrutturazione/dismissione della Ferriera di Servola. Soprattutto sul fronte del territorio, diversi sono gli assets su cui per il Sindacato bisogna puntare: su tutti, le bonifiche delle aree inquinate del Sito Inquinato di Interesse Nazionale della Provincia di Trieste e un maggiore incisività delle istituzioni pubbliche e private per rendere vantaggioso dal punto di vista industriale insediarsi e permanere sul territorio triestino.
Quanto alla vicenda della Stock – che, va ricordato, negli ultimi tre anni nello stabilimento triestino ha raggiunto i 18 milioni di bottiglie prodotte e solo poche settimane fa ha fatto investimenti per 400mila euro – la Regione mantiene gli impegni annunciati.
"Da parte nostra – riferisce l’assessore al Lavoro, Angela Brandi – abbiamo recepito la richiesta dei sindacati di aprire un tavolo istituzionale e a tal fine ci siamo fatti parte attiva presso il prefetto. La Regione garantisce il proprio impegno affinché non sia lasciato nulla di intentato per scongiurare la chiusura di uno stabilimento che rappresenta la storia di Trieste e del suo sviluppo industriale”.
"La chiusura di ogni attività legata alla Stock – aggiunge Brandi – segnerebbe la fine di uno dei marchi storici presenti a Trieste ed è quindi motivo di profondo rammarico. Ancor di più se a ciò si associa la sorte dei lavoratori ai quali va offerto ogni sostegno affinché il problema occupazionale che sta per coinvolgerli venga affrontato e superato quanto prima".

Mariateresa Bazzaro