CISL FVG: E’ SI’ ALLA REGIONALIZZAZIONE
Passa la linea della “regionalizzazione” della Cisl Friuli Venezia Giulia dopo il via libera ufficializzato oggi a Tricesimo nel corso dei lavori dell’assemblea organizzativa, alla presenza della nazionale Giovanna Ventura. Un vertice attesissimo che segna il punto di svolta del Sindacato e che troverà concretizzazione già dai prossimi mesi con una rivoluzione dai tratti sostanziali.
”Non cambiamo perché tutto rimanga come prima” – chiarisce subito il segretario generale, Giovanni Fania – “ma per far ripartire la Cisl dal rapporto vivo e diretto con le persone, con le comunità, nei posti di lavoro, nei luoghi di aggregazione sociale”. Semaforo verde, dunque, al taglio netto dei livelli dirigenziali, sì all’accorpamento per filiera delle attuali categorie, progressivamente ridotte della metà e stop alle articolazioni provinciali, per la costruzione di un’unica struttura Cisl di dimensione regionale, poiché è proprio la scala regionale a garantire un’adeguata programmazione, formazione, economia di scala e di specializzazione per i servizi. Un’operazione radicale che genererà consistenti risorse, sia monetarie (si stima, dalla manovra, un risparmio del 30% dei costi), sia di personale, da riversare direttamente sulla prima linea, sui territori, per le attività sindacali nei posti di lavoro ed, in generale, tra la gente.
“Certo – sottolinea Fania – procederemo per gradi, ma senza fermarci perché è arrivato il momento che il Sindacato cambi davvero rotta per rispondere in modo compiuto e più funzionale ad un mercato del lavoro completamente diverso e alle nuove istanze di chi rappresentiamo”.
Resta, tuttavia una fortissima convinzione, espressa dallo stesso Fania: “Se penso alle persone e ai nostri iscritti – e parlo di migliaia di persone, costantemente in crescita – che ogni giorno frequentano le nostre sedi e si rivolgono ai nostri servizi, penso che la Cisl sia ancora un punto di riferimento importante”. Ora, però – per la Cisl regionale – occorre rimboccarsi le maniche e procedere a passi spediti, tanto sul fronte interno, rafforzando territorio ed attività, tanto verso l’esterno. Se, infatti, a livello regionale, sul fronte della concertazione, le cose con la presidente Serracchiani vanno senz’altro meglio che a livello nazionale con il premier Renzi, molto c’è da fare, rispetto alle grandi riforme in atto (sanità e istituzionale, in prima battuta) e per far tornare il Friuli Venezia Giulia ad essere veramente attrattivo e competitivo. “Dinnanzi al quadro generale di crisi – commenta Fania – con 11 punti percentuali di Pil persi in 6 anni, con oltre 3mila imprese, la metà delle quali manifatturiere, volatilizzate e 40mila persone sotto ammortizzatore sociale, al netto delle mobilità, è chiaro che servono interventi radicali”. Bene, dunque, Rilancimpresa, ma questo – per la Cisl Fvg – è solo il primo passo nella costruzione di un ancor più articolato sistema di crescita, sviluppo e tutele. Andrà pertanto completato con nuove misure per le politiche attive del lavoro e la diffusione di un welfare aziendale virtuoso, proiettato allo sviluppo e fortemente legato alla contrattazione di secondo livello. Questo è un tema particolarmente caro alla Cisl: pensare, ad esempio, a forme di contrattazione territoriale per analizzare, ad esempio, i temi del fisco o a spingere la previdenza complementare, soprattutto per i giovani. Si tratta di uno strumento preziosissimo per istituire anche ipotesi di welfare integrativo, immediatamente impattanti sulle famiglie (pensiamo alla sanità, agli asili convenzionati, ai buoni spesa e l’elenco potrebbe continuare).
E’, dunque, la stessa realtà in trasformazione ad imporre il cambiamento del Sindacato. “Siamo di fronte a due strade obbligate – chiarisce Fania: quella di radicarci in maniera molto più capillare che in passato nei luoghi di lavoro e sul territorio e quella, altrettanto impegnativa, di rafforzare l’azione contrattuale legandola anche alla bilateralità ed al welfare”. Perché è da qui – conclude il segretario cilino – che nasce e passa il nuovo umanesimo del lavoro cui come organizzazione sindacale tendiamo: inteso come necessità di trovare nuovi asset di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa e, al pari, di costruire nuove strategie contrattuali per gestire la sempre più accesa competizione tra lavoratori ed aziende ed arginare il dumping sociale.