Cisl Fvg: via libera al superporto
Annunciato entro il 15 ottobre il progetto definitivo
Da Magnano in Riviera la proposta di un patto forte sulle infrastrutture
Un patto forte tra soggetti con l’obiettivo di fare programmazione e condividere politiche integrate per lo sviluppo e il potenziamento della rete infrastrutturale del Friuli Venezia Giulia. Nell’ambito della proposta Cisl – lanciata questo pomeriggio dal segretario Alberto Monticco, nell’ambito del Meeting autunnale a Magnano in Riviera – un ruolo strategico viene assegnato al progetto Unicredit sul porto di Monfalcone, sul quale l’organizzazione sindacale cislina pone il suo "placet".
Un progetto – ha anticipato Maurizio Maresca, a.d. di Unicredit Logistics sottolineando l’anno già perso tra se e ma – che sarà presentato ufficialmente nella sua stesura definitiva (attesa dalla Regione) il 15 ottobre prossimo, ma che richiede tre condizioni fondamentali poste dal terminal che si è detto disponibile a trasferire i suoi traffici dagli scali centro europei a quello di Monfalcone: regole chiare sulle tempistiche (in Oman sarà relalizzato sempre sotto l’ombrello di Unicredit, in soli 3 anni, un superporto da 18 milioni di Teu, 100 volte più di quelli gestiti da Trieste), personale da rendere dipendente, assoluta liberalizzazione ferroviaria.
E proprio sulla partita delle ferrovie, l’assessore regionale Riccardo Riccardi – che ha ricordato come il sistema del Friuli Venezia Giulia abbia una capacità di movimentazione 5 volte superiore alla capacità del porto di Trieste – ha puntato dritto sulla necessità di intervenire sui costi del trasporto su ferro, che penalizzano anche lo snodo della portualità, già a livello italiano gravemente consociativo (a detta di Maresca) e poco competitivo. "Si tratta di una partita determinante" – ha sostenuto l’assessore, aprendosi ad alleanze, che privilegino le compagnie nazionali, ma guardando anche a quelle estere. Sul fronte della Cisl, è stata invece la segretaria di categoria, Lilli Bigoni a rilanciare, riproponendo la sperimentazione di una società regionale del trasporto su ferro (mix di soggetti privati e Ferrovie dello Stato), in sinergia, però, con le aziende su gomma, a suggello di una intermodalità indispensabile e attualmente sottorealizzata. "Per far funzionare la portualità – ha detto – occorre investire su una serie di collegamenti, partendo dal materiale rotabile, ma anche l’ammodernamento della rete interna ai porti e dei retroporti, oltre che del sistema aeorportuale in un’ottica complessiva di sviluppo". Ottica complessiva che significa – per il Sindacato – ragionare anche di alta velocità, di viabilità (dove – ha ricordato Riccardi – sono stati investiti ad oggi 450 milioni), di Corridoio 5, ma anche Adriatico-Baltico. "Basta – ha aggiunto con una nota polemica il consigliere regionale, Giorgio Brandolin, alludendo alla terza corsia – che la realizzazione e il mantenimento delle infrastrutture non vengano posti solo a carico della Regione e del pagamento delle tariffe, ma anche del governo centrale e dell’Europa". Se a chiedere il rispetto delle tempistiche è stato il presidente di Confartigianato, Graziano Tilatti, per il segretario nazionale Cisl, Giorgio Santini, serve un maggiore decisionismo sulle partite in piedi, per non ripetere il gap della legge obiettivo del 2001 che ha visto al palo le 201 opere giudicate "prioritarie" e "mentre si fa finta di decidere". "Il vero problema italiano – ha sostenuto il nazionale – è che il nostro Paese, differentemente da altri, non è riuscito a capitalizzare il vantaggio della navigazione via Mediterraneo, stante lo spostamento del baricentro economico verso oriente". Sì, dunque, per Santini alle alleanze tra forze economiche, politiche, sindacati pro competitività, alla semplificazione delle procedure, al riconoscimento del lavoro attraverso forme di partecipazione, i tre ingredienti per il rilancio del tema delle infrastrutture.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
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