CISL, PERSI 567MILA POSTI DI LAVORO
ROMA Vola la cassa integrazione anche nel 2012 e rispetto ai valori pre-crisi, in tutto il periodo 2008-2012, i livelli di utilizzo risultano superiori di circa sette volte. Lo rileva l’osservatorio della Cisl evidenziando che rispetto a quattro anni fa, i posti di lavoro in Italia persi sono 567.000. Con i dati definitivi del 2012, le ore di cassa integrazione si attestano intorno al miliardo per il quarto anno consecutivo, pari a circa 500.000 lavoratori mediamente coinvolti ogni anno. Nel terzo trimestre 2008, vale a dire subito prima dell’inizio della crisi mondiale, il tasso di occupazione era pari al 59%, corrispondente a 23.518.000 persone occupate, dopo quattro anni l’indicatore è sceso al 56,9%, pari a 22.951.000 di occupati, segnala ancora l’osservatorio Cisl. A dicembre 2012, evidenzia il sindacato, le ore autorizzate di cassa integrazione ammontano a 86,5 milioni, portando il numero di ore complessivamente autorizzate nel 2012 a 1.090,6 milioni, contro i 973,2 milioni del 2011, con un aumento del 12,1%. Nel 2012, rispetto all’anno precedente, sale il valore della cassa ordinaria, indicativo di nuove aziende in crisi, mentre l’utilizzo complessivo della cassa straordinaria e della cassa in deroga è simile nei due anni. Il settore più in sofferenza nel 2012 è il commercio che ha visto un aumento di circa il 40% delle ore autorizzate rispetto al 2011. L’area geografica più penalizzata è invece il Centro Italia con un aumento delle ore di cassa tra 2011 e 2012 di circa il 26% più del doppio del dato medio del paese. Nel complesso del periodo gennaio-novembre 2012 le domande di disoccupazione sono cresciute del 14,49% rispetto allo stesso periodo 2011 e le domande di mobilità del 17,82%. Gli effetti della crisi, dice ancora la Cisl, si mostrano anche nella riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine e i collaboratori, e nella riduzione del tempo pieno con contestuale aumento del tempo parziale involontario. In qualche modo lavoro flessibile e part-time evitano un calo ancora maggiore dell’occupazione, ed è ancora il settore industriale a mostrare chiari segnali di sofferenza.