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CISL PORDENONE: UNIRE LE FORZE PER UN NUOVO PATTO DI SVILUPPO INDUSTRIALE E SOCIALE

Presentato il documento del Sindacato
Pellizzon: “Supereremo la crisi solo se sapremo fare quadrato”

Un nuovo Patto di sviluppo industriale e sociale per traghettare la provincia fuori dalla crisi e far ripartire il territorio: è la proposta lanciata dalla Cisl di Pordenone, riunita a Ponterosso in occasione del suo consiglio generale. “Il nostro obiettivo con questo documento – spiega il segretario, Arturo Pellizzon – è quello di riportare il tema del lavoro e dello sviluppo in generale al centro dell’azione economica locale, per evitare che il territorio del pordenonese diventi periferia marginale rispetto ai grandi cambiamenti che stanno coinvolgendo il sistema produttivo ed economico “.

Tre gli assets fondamentali su cui puntare per il Sindacato, che tende la mano a istituzioni e imprese: forti investimenti nella formazione delle risorse umane, infrastrutture, innovazione dei prodotti. “Si tratta di scelte strategiche – commenta Pellizzon – che devono vederci uniti: forze economiche, sociali ed istituzionali assieme per disegnare il modello di sviluppo che vogliamo per il nostro territorio”. E se in questo quadro il manifatturiero rimane uno degli assi portanti da riposizionare sul mercato con produzioni ad alto valore aggiunto, la scommessa della Cisl della destra Tagliamento punta anche sull’innovazione, sullo sviluppo di prodotti eco-compatibili, su un migliore utilizzo delle risorse energetiche, sulla crescita del terziario e su una organizzazione “managerializzata” della rete aziendale. “Ben venga quanto fatto finora per salvaguardare l’occupazione anche con strumenti di politica attiva – commenta Pellizzon – però c’è ancora molto da fare per contrastare la tendenza al declino che la crisi ha accelerato: occorre recuperare produttività e competitività; occorre spostare progressivamente la struttura delle professioni verso profili più pregiati, coltivare professionalità specialistiche, puntare all’eccellenza con i nostri enti di formazione e innovazione tecnologica per farci tornare leader sui mercati”. Tuttavia, allo sviluppo industriale per il Sindacato deve accompagnarsi anche uno sviluppo sociale: temi caldi da affrontare rimangono quelli dell’immigrazione e delle famiglie, a cui il territorio – luogo di progettazione – dovrà dare risposte, anche in termini di qualità della vita, servizi efficienti, sviluppo sostenibile. “Tali obiettivi – conclude Pellizzon – si accompagnano con migliori politiche di distribuzione dei redditi attraverso una più ampia diffusione della contrattazione di II livello e agevolazioni fiscali che vanno migliorate”.

Temi – dallo sviluppo al fisco – ripresi anche dal segretario nazionale confederale Giorgio Santini, che ha chiuso i lavori, dopo il dibattito. “Siamo nel pieno della gestione della crisi – ha detto Santini – ora però occorre andare al di là degli ammortizzatori sociali, che non bastano più, e spingere sulle politiche attive del lavoro, sulla riqualificazione dei lavoratori e sulla loro formazione”. In questo senso – ha ricordato il segretario confederale – va l’importante accordo sottoscritto il 17 febbraio tra Governo, Regioni e parti sociali sulle politiche passive ed attive da affiancare agli ammortizzatori sociali e che adesso andrà declinato sui territori. “Il Governo – rincara Santini – va incanalato verso politiche di sviluppo lungimiranti: oggi l’Esecutivo è fermo all’idea che gli ammortizzatori sociali siano sufficienti. Noi come Cisl, invece, riteniamo che il rilancio del Paese non possa più essere procrastinato e passi necessariamente attraverso un impegno serio e investimenti concreti su innovazione, infrastrutture, servizi alla persona, occupazione giovanile”.

Quanto alle novità “romane”, riportate dallo stesso segretario nazionale, quella che potrebbe avere forti ricadute sul pordenonese riguarda l’istituzione di un Fondo Unico per lo sviluppo da 300 milioni, da utilizzare per sostenere, anche con lo strumento degli incentivi, settori tipicamente italiani come, ad esempio, quello degli elettrodomestici. “Come Cisl – spiega Santini – abbiamo chiesto al Governo un uso degli incentivi modulato su settori strategici per il nostro Paese e non solo sull’automobile”. E a proposito di automobili, una battuta non può mancare sul caso Fiat: “Il Governo deve farsi garante della continuità produttiva”.

A chiudere l’intervento ed i lavori è, infine, una considerazione sul fisco, tema sul quale la Cisl sta puntando con la proposta di una riforma strutturale. “Le iniziative che abbiamo e stiamo mettendo in campo – dice Santini – stanno dando ottimi risultati: da aprile, finito il periodo elettorale, ci aspettiamo che si apra su questo tema un serio tavolo di confronto e si entri nel merito di una riforma necessaria”.