CISL UDINE, PATTO CONTRO LA PRECARIETA’
Precariato, flessibilità, licenziamenti più o meno facili: sono questi gli ingredienti della tavola rotonda promossa stamani dalla Cisl e dalla Fim dell’Udinese e Bassa friulana. Punto di partenza, i giovani, vittime sacrificali di una crisi che non arretra e di fronte alla quale bisogna attrezzarsi con politiche concrete e convincenti. Perchè – è emerso – quella che ormai si definisce "emergenza giovani" è strettamente collegata alla mancata crescita del Paese e allo sviluppo che non riparte. Sono, cioè, aspetti della stessa medaglia e il conto è chiaro anche in Friuli Venezia Giulia: 20mila posti di lavoro persi tra i giovani di età compresa tra i 15 e 34 anni e un tasso di disoccupazione per gli under 24 al 18%, con punte del 22% per le ragazze. Via libera, dunque, all’ipotesi – condivisa da Sindacato, politica (rappresentata oggi da Simone Bressan e Miguel Velasco, rispettivamente Giovani Pdl e Pd) e imprese (con Lucia Piu dell’Api) – di avviare un ragionamento sulla flexsicurity come strategia possibile per quanto riguarda i giovani, ma anche i lavoratori da ricollocare. Il concetto di "posto fisso", infatti, non esiste più in mondo completamente cambiato e che detta nuove regole, ma alla flessibilità ormai necessaria deve fare da contro altare un’ampia tutela delle figure professionali. Dalla tavola rotonda di oggi arriva dunque la sconale e regionale, come risposta alla crisi occupazionale e per i giovani, avvalendosi del supporto del Fondo Sociale Europeo.
"Servono prospettive per i giovani – ha rincarato il segretario della Cisl, Roberto Muradore – che oggi tornano purtroppo a far rivivere il sotto-proletariato; ma per dare futuro occorre non solo intervenire sui contratti, facendo costare di più quelli precari e dunque rendendoli meno appetibili per le aziende, ma anche creando sviluppo". Tema clou, quest’ultimo, anche per il segretario nazionale della Fim, Giuseppe Farina, che non crede alla strada dei licenziamenti facili per ridare smalto all’economia e far ripartire l’occupazione. "Non penso che in Italia ci sia un problema vero di impossibilità a licenziare" – spiega. "Semmai le priorità sono altre: il debito pubblico da far rientrare, la lotta senza quartiere all’evasione fiscale, la riduzione del precariato, ad esempio introducendo come contratto fondamentale e di riferimento quello dell’apprendistato". "Occorre – incalza Farina – rimettere al centro dell’agenda di chi ci governa, il lavoro, che deve tornare ad essere tema portante, rispetto ai giovani e rispetto anche agli over 45 che devono essere ricollocati e che non possono, neppure dal Sindacato, essere abbandonati a se stessi".
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg