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Commento all’accordo Ideal Standard siglato martedì 17 novembre 2009 presso il Ministero dello Sviluppo Economico

Dopo una maratona durata circa cinque mesi, dove non sono mancati continui colpi di scena, si è finalmente conclusa, con la sottoscrizione di un accordo quadro,  la delicata e controversa vertenza Ideal Standard. L’intesa, la migliore possibile nella situazione data, viene giudicata come un importante punto di arrivo.

L’accordo rappresenta la giusta coniugazione tra la necessità di minimizzare l’impatto sociale attraverso una riduzione del numero complessivo degli esuberi, che passa dai 650 iniziali agli attuali 410, e il bisogno di riorganizzare il network produttivo, adeguando la capacità alla domanda di mercato e riportando i costi entro i limiti in grado di assicurare la continuità e lo sviluppo della compagnia italiana che prevede come obiettivo la  realizzazione di 2.4 milioni di pezzi/anno. Gli investimenti messi a piano per la società italiana  ammontano a 40 miloni di euro di cui 15 nell’industriale e 25 nel commerciale.

Gli effetti positivi di questo percorso, che tra le altre cose prevede l’internalizzazione di tutte le attività date in appalto a ditte esterne, sono facilmente visibili sullo stabilimento di Orcenico: l’esubero si attesta a 101 unità in luogo delle 170 iniziali. L’assetto produttivo conserva le linee tradizionali, di cui si prevedeva la dismissione, facendo così venir meno il tentativo, fortemente osteggiato dal sindacato, di impostare il piano sulla specializzazione del sito. La saturazione degli impianti si realizza  attraverso l’organizzazione di un  mix produttivo più articolato e complesso, focalizzato su produzioni alto di gamma che consentono il raggiungimento di  volumi produttivi a regime pari a 900000 pezzi/anno. A supporto sono previsti investimenti per  6 milioni di euro, pari al 40% del totale previsto nell’industriale, concentrato sul miglioramento del processo e del prodotto, del relayout delle linee produttive e dal training del personale, capaci di incrementare le performance su rese, produttività ed efficienza energetica.

Abbiamo inoltre definito un nuovo premio di partecipazione, che raggruppa a livello nazionale  i premi variabili già esistenti in ciascun stabilimento, il cui indice è rappresentato dal margine di contribuzione lordo. Naturalmente non abbiamo concesso, come invece auspicava l’azienda, che le conquiste salariali, realizzate in tanti anni di attività sindacale ed ottenute attraverso la contrattazione di 2° livello, venissero variabilizzate e legate a obiettivi di bilancio. In questo modo abbiamo anche garantito il mantenimento dell’invarianza salariale.

Inoltre abbiamo messo a punto  una serie di strumenti  con l’obiettivo di garantire un robusto sistema di tutele. Tra questi ci sono i contratti di solidarietà  la cui applicazione garantisce il mantenimento occupazionale di tutte le maestranza attraverso una pari riduzione di lavoro e salario. I lavoratori coinvolti dalla riduzione di orario ricevono una integrazione salariale pari all’80% del trattamento retributivo perso. In definitiva nessun lavoratore dello stabilimento di Orcenico, così come per gli altri stabilimenti della compagnia, verrà licenziato. Un risultato questo politicamente rilevante perché permette di mantenere inalterato una struttura produttiva pronta a rispondere velocemente ad un ritorno della domanda mantenendo in vita rapporti di lavoro caratterizzati da importanti elementi di professionalità. 

Siamo riusciti in sostanza, senza non poche difficoltà, e attraverso un negoziato difficile e complicato, a modificare il contenuto del piano industriale, riscrivendo alcuni tratti da noi giudicati carenti dando così una connotazione più ambiziosa e più in linea con le tradizioni e la leadership di un grosso gruppo qual è appunto la Ideal Standard che è presente sul mercato italiano da circa ottanta anni.  Insomma si sono create le condizioni per consolidare e rilanciare il sito produttivo di Orcenico che solo cinque mesi prima veniva considerato a rischio a causa di una bassissima saturazione degli impianti e di un costo pezzo considerato eccessivo. Ma a questi risultati siamo giunti anche grazie alla mobilitazione delle istituzioni locali, le quali, opportunamente interessate dalle ooss, hanno reagito dando un segnale di forte coesione del nostro territorio.

Una risposta importante nata dalla necessità di tutelare il patrimonio dello stabilimento di orcenico fatto  di professionalità di conoscenza e di tradizioni che sono state giustamente fatte pesare al tavolo negoziale  del ministero dello sviluppo economico, dal vicepresidente della giunta regionale.

Segretario generale
Femca Cisl Pordenone
Franco Rizzo