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COMMERCIO, FRONTE COMPATTO CONTRO LE APERTURE DOMENICALI

Sul commercio, fronte compatto contro le aperture domenicali indiscriminate e la deregulation del settore imposti dal governo Monti con il decreto “Salva Italia”. Stamani a Udine, Sindacato, Confcommercio, Anci e Chiesa si sono schierati apertamente contro il provvedimento sulle liberalizzazioni, nel corso di una tavola rotonda sul tema promossa dalla Fisascat Cisl regionale. “Al governo – ha esordito il segretario generale di categoria, Paolo Duriavig – chiediamo un passo indietro: il provvedimento in questione, infatti, non fa crescere l’economia, aumentare i fatturati delle aziende, né rilanciare i consumi, come dimostrano questi primi tre mesi di aperture no stop”. Per la Fisascat Cisl, del resto, la ricetta per far risalire i consumi non sta certo nell’ampliamento selvaggio di orari ed aperture, quanto in interventi concreti sulle buste paga e pensioni. “In tutti questi anni – ha aggiunto Duriavig – abbiamo verificato che la liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali peggiora le condizioni di lavoro e di vita del personale dipendente occupato nelle aziende commerciali, dove peraltro è aumentato in modo esponenziale anche il ricorso a forme di contratto flessibili”. Se le richieste del Sindacato al governo sono chiare, altrettanto decise sono quelle rivolte alla politica regionale. “Alla giunta Tondo e all’assessore Brandi – ha spiegato ancora il segretario della Fisascat – chiediamo di fare gli interessi di tutti i cittadini della nostra regione, aprendo un tavolo di settore o semplicemente facendo funzionare l’Osservatorio previsto dalla legge regionale ed ascoltando le voci delle associazioni e degli enti lì rappresentati”.
Un appello ripreso anche dall’arcivescovo di Udine, Monsignor Andrea Bruno Mazzocato, che ha ammonito, alludendo ai provvedimenti nazionali messi in campo: “L’urgenza non sia cattiva consigliera: scelte eticamente sbagliate possono avere conseguenze economiche pesanti”. Quanto alla domenica come giorno di festa e di riposo, Sua Eminenza ha richiamato il concetto di equilibrio, del ritmo ordinato di lavoro e appunto festa. “La festa della domenica – ha detto – è prima di tutto una conquista di civiltà; contro il consumismo esasperato, le famiglie vanno aiutate a coltivare interessi più nobili ed elevati”. “Ed è tempo – ha aggiunto in sostanza – che la politica faccia un volo verso l’alto”. Ma alla politica si è rivolto anche il presidente di Confcommercio Udine, Giovanni Da Pozzo. “Da molti anni – ha detto – stiamo ponendo il tema del commercio sul quale la politica ci ha molto giocato e posto scarsa attenzione”. Per il presidente – che ha auspicato anche una riflessione seria sul concetto, oggi dirompente, di libero mercato – quello che manca è un equilibrio sano tra la grande distribuzione, ed in generale le dinamiche innovative del settore, ed il territorio. “Registriamo – ha spiegato – l’esistenza di un sistema sproporzionato tra centri commerciali e abitanti, specialmente in un momento in cui i consumi sono in massimo calo”. “In questi anni – ha aggiunto – il sistema, pur strutturato, ha perso molti pezzi, specialmente in montagna e nei centri storici con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”. Due gli aspetti messi, poi, in luce da Da Pozzo: quello prettamente economico con l’ipermassificazione della grande distribuzione, che pur sistema vivace, non porta nessun benefit alla regione (date le sedi legali ubicate altrove) e quello “culturale”, con la gente che preferisce andare nei centri commerciali di domenica, piuttosto che fare altro.
Considerazioni, queste, condivise anche dal presidente dell’Anci Fvg, Mario Pezzetta, che rilancia, da una parte il compromesso delle 29 domeniche e dall’altra, la concertazione territoriale. “La specialità della nostra Regione – commenta il sindaco di Tavagnacco, riportando anche l’esperienza del suo Comune – va reinterpretata e riempita di nuovi contenuti anche rispetto al tema del commercio. Dobbiamo tornare ad un metodo di autoregolamentazione con gli operatori, ma anche ad un lavoro di educazione”.
E se sulla questione culturale è intervenuto anche il segretario dell’Adiconsum di Udine, Dino Pontisso, chiedendo agli enti locali di proporre alternative e servizi alle domeniche nei grandi centri commerciali, è la segretario della Cisl Fvg, Iris Morassi ad andare dritta al punto. “Una volta – ha raccontato – esisteva una comunità forte e coesa, poi abbiamo creduto che si potesse vivere con il consumismo spinto. In questo contesto la grande assente si rivela la politica, che ha la responsabilità di questa diseducazione, così come noi abbiamo la responsabilità di averle delegato tutto”. Quanto poi alla situazione di chi lavora nel commercio, per il 70% donne, Morassi non le manda a dire: sono quarant’anni che parliamo di conciliazione per aiutare le donne che lavorano e siamo ancora fermi al palo, mentre in Francia, ad esempio, sono stati costituiti 250mila nuovi posti di lavoro legati all’infanzia e alla cura degli anziani”.
A fare sintesi e le ultime provocazioni è stato il segretario nazionale della Fisascat Cisl, Pierangelo Raineri. “Capiremmo di più le liberalizzazioni – ha esordito – se ci trovassimo in un momento di espansione dei consumi oppure se l’Europa ce lo chiedesse”. Come a dire che il provvedimento in questione oggi non ha fondamento. Parallelamente la grande distribuzione (che non è italiana) nel nostro Paese può agire con standard che ha potuto creare solo qui e non altrove. Insomma una situazione quasi paradossale a cui – per Raineri – si aggiunge un’altra considerazione, altrettanto paradossale. “Noi – ha concluso – siamo per favorire la competitività delle aziende in base a bisogni reali. Il governo che ha fatto approvare la normativa sulle liberalizzazioni, oggi propone anche l’iva al 23%. Questa è competitività?”. Sulle azioni concrete, invece, messe in campo, Raineri non solo ha spinto sulla contrattazione aziendale, ma anche presentato il protocollo firmato con l’Anci e che ha obiettivo, sulla base del titolo V della Costituzione, di far tornare la calendarizzazione delle aperture domenicali comunità locali.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg