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Convegno-dibattito della Cisl sui bambini nati in Italia

Subito la cittadinanza ai figli di immigrati

Su una cosa centrosinistra e centrodestra sembrano d’accordo: i bambini nati in Italia da genitori stranieri dovrebbero avere diritto automaticamente alla cittadinanza italiana. E’ quanto è emerso nel convegno dedicato agli stranieri di seconda generazione e organizzato dalla Cisl provinciale nell’Europalace hotel di Monfalcone, dove a fine 2009 addirittura un bambino su quattro di quelli con meno di un anno di età era di origine bangladesha. Un dato che può solo essere maggiore tenendo conto delle altre etnie presenti in una città il cui 15% dei 28mila residenti proviene dall’estero. L’intesa tra centrodestra e centrosinistra sembra comunque finire qui, perché la divergenza nasce invece sui tempi e i modi per la concessione della cittadinanza ai genitori. Il segretario provinciale del Pd, Omar Greco, ha parlato di concessione della cittadinanza "in tempi ragionevoli", mentre il responsabile per l’immigrazione del Pdl, il togolese Kobla Bedel, docente all’università di Trieste, candidato di Forza Italia alle ultime elezioni politiche, non ha insistito tanto sui tempi, quanto sulla consapevolezza che dovrebbe precedere la decisione di prendere la cittadinanza. «Non è una questione di anni – ha detto -, ma di sentirsi in grado di rispettare i valori e le leggi italiane, con convinzione, sapendo che le regole non le fa l’ospite». Alla sinistra Bedel, che ha iniziato a lavorare nelle fabbriche del Manzanese, trovando, tra la verniciatura di una sedia e l’altra, il tempo e le energie per laurearsi, ha rinfacciato di non essersi mai spesa per l’insegnamento della lingua italiana e l’aggiornamento professionale degli immigrati, che ora sono i primi a pagare la crisi. 
Maruan Oussaifi, presidente dell’associazione Anolf II Generazione, ha sottolineato i problemi cui sono ulteriormente esposti i figli degli stranieri, legati al permesso di soggiorno dei genitori, nel caso in cui non siano maggiorenni. «Alla politica chiediamo il confronto e di essere ascoltati», ha detto. «Parlo da insegnante e assessore all’Istruzione: i bambini e i ragazzi di seconda generazione sono esposti a una tremenda pressione ambientale – ha detto la vicesindaco Silvia Altran -, perché spesso sono chiamati a fare da tramite linguistico e diventano grandi prima del tempo, perché si sentono di due mondi diversi e che possono essere in conflitto». Le soluzioni per alleggerire le pressioni possono stare intanto nell’insegnamento della lingua italiana alle mamme e nel garantire le stesse possibilità scolastiche a ragazzi che non possono avere un sostegno domestico da parte dei genitori.