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CORSA AL RIPESCAGGIO DELLE “VITTIME” ISEE

Da Il Piccolo Le principali novità introdotte un anno fa con il nuovo Isee riguardano la certificazione dei redditi, con l'incrocio dei dati presenti negli archivi Inps e dell'agenzia delle Entrate, e una rimodulazione rispetto alla situazione reddituale con l'inclusione di redditi o trattamenti esenti. Scende inoltre la franchigia sul patrimonio mobiliare, che però tiene conto dei componenti del nucleo familiare. Per la casa, oltre che di eventuali figli conviventi, è stata introdotta nel calcolo del valore dell'immobile anche una riduzione pari all'eventuale mutuo ancora in essere e per chi è in affitto è stato aumentato a 7.000 euro l'anno l'importo massimo deducibile. Sulla disabilità, la principale novità è l'introduzione di 3 diverse franchigie sul reddito in base alla gravità del bisogno: 4.000 euro per disabilità media, 5.500 euro per disabilità grave e 7.000 euro per persone non autosufficienti. Altra novità è l'Isee corrente: si tratta di una dichiarazione che può essere presentata in caso di perdita del lavoro e con un reddito che varia in misura maggiore al 25%. In questi casi il riferimento per l'accesso non sarà più la sola situazione dell'anno precedente, ma si terrà conto della condizione economica della famiglia. La Cisl domanda interventi paracadute. La Uil teme conseguenze devastanti per la fasce più povere e parla addirittura di “bomba a orologeria”. La Cgil ha anche una stima sulle “vittime”: 20mila in tutto il Friuli Venezia Giulia. L’anno nuovo riparte con un fronte sindacale delicatissimo: quello del welfare dietro al quale sono appese migliaia di famiglie. Perché, da un anno ormai, il nuovo Isee formulato dalle norme del governo – che ha introdotto un diverso sistema nel calcolo rivedendo radicalmente i campi di applicazione relativi alla determinazione economica personale – ha tagliato fuori moltissime persone. Le parti sociali si attendono dalla Regione dati precisi sui contraccolpi e sollecitano un faccia a faccia con la giunta Serracchiani. Quanti sono effettivamente rimasti esclusi dai fondi per pagare la bolletta? E dai contributi per le rette degli asili e case di riposo? Stesso discorso per ticket sanitari, carta famiglia, affitti o il sostegno a disabili e anziani, il Fap, ma anche borse di studio e libri di testo. Senza contare che nel 2017 la riforma “casa” dell’assessore Mariagrazia Santoro introdurrà un nuovo calcolo dei canoni di locazione per chi abita negli alloggi Ater. La quota mensile, ora tarata soltanto sul reddito, si baserà proprio sull’Isee familiare, dunque stipendi, pensioni sociali, conti correnti bancari, postali e patrimoni immobiliari. I sindacati sono già in pressing. «Dobbiamo avere il polso della situazione – rileva il segretario regionale Giovanni Fania – e sapere quanti sono fuori a causa del nuovo Isee». Non solo: «Fatto questo sarà necessario ricontrattare con la Regione i limiti previsti sulle varie misure». Fania porta l’esempio dei pensionati: «Anziani proprietari di case con 700-800 euro al mese adesso non hanno più accesso a contributi. I parametri vanno ricalibrati, pure per i giovani disoccupati, laddove si tiene conto degli Isee cumulativi». D’accordo Ezio Medeot, segretario generale Spi Cgil. «L’anno scorso abbiamo stimato una platea di 20mila esclusi e lo confermiamo. Abbiamo sollecitato la Regione a fare una disamina sul nuovo meccanismo, perché serve un monitoraggio. Da parte nostra è partita la richiesta all’assessore Telesca di un confronto per decidere come gestire il futuro». La Uip Fvg suona il campanello d’allarme. E parte dai numeri: l’indice di povertà delle famiglie, pari al 6,1%, e le migliaia di anziani che vivono con pensioni insufficienti a garantire una vita dignitosa. La segretaria regionale Magda Gruarin non ha dubbi: «La situazione è delicata, il nuovo Isee rischia di eliminare molte persone che fino a ieri potevano accedere ai benefici e ne avrebbero realmente bisogno». Pure Gruarin porta il caso degli anziani che vivono con pensioni modeste ma che risultano proprietari o semplici usufruttuari di una casa di proprietà. «Corrono il pericolo di perdere il sostegno economico», insiste la sindacalista. Aiuti che consentirebbero, proprio in base alla situazione economica complessiva dichiarata, di ricevere gli assegni per l’autonomia o i contributi per le badanti, ad esempio. «Ancora non è possibile sapere quante persone si troveranno in questa situazione – osserva – ma basta confrontarsi con i servizi sociali per capire che sono tanti, troppi i cittadini coinvolti. I primi riscontri sull’applicazione del nuovo meccanismo Isee ci dicono che in molti perderanno i fondi. Ci troviamo davanti a una bomba a orologeria pronta ad esplodere». La fotografia attuale sulla platea dei potenziali beneficiari è già chiara: attualmente in Friuli Venezia Giulia sono 54mila gli utenti presi in carico dal servizio sociale dei Comuni di cui il 42% sono anziani. Circa 7mila utilizzano il Fap. Le problematiche principali riguardano la non autosufficienza (40%), il reddito (28%) e la salute (16%). «In una situazione così delicata – aggiunge la segretaria – la Uil è pronta a rimboccarsi le maniche per difendere i diritti».