Crisi alla Fadalti, ancora un anno di cigs
Prorogata la straordinaria per quasi 400 dipendenti. Poca liquidità: accordo con le banche per gli anticipi
PORDENONE – Escono da un anno di cassa straordinaria i dipendenti dell’impresa Fadalti, Spa che aveva scelto, nel 2009, di ricorrere all’ammortizzatore sociale per il calo di lavoro causato dalla crisi nell’ambito dell’edilizia. Ieri, a poche settimane dalla scadenza della cigs, la proprietà ha comunicato al sindacato la decisione di chiedere una proroga per usufruire di altri 12 mesi di cassa per i suoi lavoratori. A essere coinvolti dal provvedimento sono tutti i dipendenti del gruppo, 347 persone, che operano in 25 diverse sedi diverse del Nordest, tra cui le cittadine di Vittorio Veneto e Oderzo, Jesolo, Venezia Lido e Venezia, Belluno, oltre a Sacile dove è attiva la casa madre che dà occupazione a circa centoventi tra uomini e donne.
«Questa volta la cassa integrazione straordinaria richiesta è per tutti – spiega Paolo Duriavig, segretario generale di Fisascat Cisl del Friuli Venezia Giulia -: al momento non è stato dichiarato alcun esubero». L’incontro con l’azienda si è tenuto ieri con le organizzazioni sindacali ed è subito emerso il problema della carenza di liquidità di Fadaldi, costretta per mesi ad anticipare la cassa integrazione straordinaria aspettando il decreto ministeriale.
«Le lungaggini burocratiche sono veramente eccessive – osserva Duriavig – e mettono in ginocchio tante aziende. In questo caso, per evitare che già da questo mese i dipendenti restino senza assegno di cassa, è stato raggiunto un accordo con l’istituto bancario Ambroveneta che fornirà ogni trenta giorni l’aiuto economico previsto dalla cigs attraverso l’apertura di un contro corrente "di transito" che costerà tre euro per il periodo di sei mesi a ogni operaio che farà richiesta. Speriamo in una soluzione del genere anche per la quattordicesima che avrebbe dovuto essere liquidata in questo periodo. Se non si raggiungerà l’intesa, il denaro sarà comunque erogato ma nella forma della ratealizzazione».
Paola Treppo
(da Il Gazzettino dell’8 giugno 2010)