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DE LONGHI, NUOVA CRISI CON 40 ESUBERI

Quaranta esuberi, su 345 dipendenti. Alla De Longhi Radiators di Moimacco, radicata e fino a tempi relativamente recenti solida azienda del Cividalese, si è aperto un grave fronte di crisi, per il quale non parrebbero esserci margini di rientro. «La società, infatti – spiega il sindacalista che si sta occupando del caso, Pasquale Stasio, segretario provinciale di Fim Cisl –, ha manifestato la necessità di procedere a un riallineamento organizzativo, con la definizione di un riassetto sia nello stabilimento di Moimacco, che dà appunto lavoro a 345 persone, che in quello di Fossalta di Piave. Vi è l’esigenza di rilanciare la produzione, che attualmente non riesce più a imporsi sul mercato: la volontà – precisa, abbozzando i contenuti del piano industriale – è quella di avviare alcune iniziative capaci di rendere più appetibile il prodotto realizzato; si intende, per esempio, porre l’accento sull’estetica». Parallelamente c’è l’ambizione di allargare il raggio delle vendite in Italia, bacino del tutto marginale, a oggi, rispetto a quello complessivo di operatività della ditta, decisamente orientata all’estero. E l’operazione di ristrutturazione, già sfociata nel passaggio (sempre nella fabbrica di Moimacco) da due a un turno di lavoro, imporrà come detto il sacrificio di una parte non trascurabile dell’organico. Fra lunedì e ieri si sono aperte, così, le contrattazioni sindacali: «Venuti a conoscenza del piano industriale e dei numeri degli ultimi tre anni – rende noto sempre Stasio – abbiamo organizzato un primo incontro, per analizzare la questione nei dettagli. Abbiamo trovato la quadra sulla tipologia degli ammortizzatori sociali da attivare: si ricorrerà alla cassa integrazione straordinaria per crisi. Per giovedì è in programma una nuova riunione, finalizzata a delineare meglio la panoramica». Bisognerà capire, cioè, come accompagnare i dipendenti in eccesso (età media bassa: si oscilla attorno ai 45 anni) in un percorso di reinserimento lavorativo, che dovrà obbligatoriamente guardare altrove. Già un paio d'anni fa, peraltro, la Dl Radiators aveva attraversato un periodo buio, conclusosi con l’uscita di una sessantina di operai: è il frutto, purtroppo, dell’evoluzione delle proposte di mercato, che nel settore specifico stanno gradualmente soppiantando i radiatori (merce considerata quasi obsoleta) creati nello stabilimento