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DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO, DAL COMUNE NESSUN CONFRONTO

«Sugli accorpamenti scolastici il Comune di Gorizia sta facendo una scelta illogica». Parole nette quelle del segretario provinciale della Cisl Scuola, Dario Cauzer, che denuncia di aver appreso dalla stampa la scelta dell’assessore all’istruzione, Silvana Romano, di smembrare il circolo didattico di via Zara per assegnarne una sezione all’istituto comprensivo di Lucinico e portare le scuole di Straccis sotto la media “Locchi”. «Altro che confronto – rileva Cauzer – la Giunta non ha coinvolto in nessun modo i sindacati, nonostante le ripetute richieste rivolte all’assessore, che si è sempre sottratta ad ogni forma di consultazione. Non condividiamo per nulla un tale metodo, e neppure la delibera nei suoi contenuti».
Secondo la Cisl Scuola, «la soluzione illustrata ieri dai giornali è ben lontana dal mettere tutti d’accordo ma, soprattutto, risulta priva di ogni logica e ben lontana dall’essere confacente ad un buon funzionamento delle scuole di Gorizia. In particolare – sottolinea Cauzer – come si può pensare di accorpare a Lucinico strutture distanti nello spazio e distinte nell’organizzazione funzionale come quelle di Campagnuzza? Perché smembrare le due scuole medie senza un’analisi complessiva del fabbisogno di istruzione a Gorizia? Non esiste un motivo neppure dal punto di vista dei vincoli posti dalla regione, in quanto la delibera della giunta regionale salvaguarda gli istituti di vecchia costituzione come quello di Lucinico».
Per questo, la Cisl avanza una propria proposta «che risponde davvero ai bisogni della scuola. Le elementari di via Zara (e l’asilo di via Garzarolli) sono da unire alla contigua scuola media “Ascoli”, a cui, secondo un sondaggio condotto recentemente, ci risulta si iscriva il 90% degli studenti facenti capo a via Zara. Invece, la direzione didattica di via Codelli va accorpata alla “Locchi”, in quanto parte dello stesso bacino territoriale. Questi dovrebbero essere i due plessi scolastici cittadini, da affiancare a quello di Lucinico – conclude Cauzer – di cui va mantenuta la specificità e la capacità di rispondere alle esigenze di quella realtà. Oppure esiste qualche motivo che non conosciamo per stravolgere l’offerta formativa destinata ai nostri figli?».