E’ allarme sul carcere di Gorizia. La Cisl: “Mantenere il presidio e ristrutturarloâ€
La chiusura del penitenziario sarebbe alla firma del ministro Alfano
Desta allarme e preoccupazione il carcere di Gorizia, la cui chiusura sarebbe già alla firma del ministro alla Giustizia, Angelino Alfano. Ad accendere i riflettori sul probabile destino del penitenziario è la Cisl provinciale che, assieme alla Federazione della sicurezza del Friuli Venezia Giulia, proprio stamani ha denunciato la situazione. “Siamo a conoscenza – ha spiegato in conferenza stampa il segretario regionale della Fns, Ivano Signor – dell’esistenza di un decreto di chiusura sul tavolo del Guardasigilli. A questo punto vorremmo sapere quale sarà il futuro del carcere: è da tempo che attendiamo risposte per quanto riguarda il sito, gli operatori ed una interrogazione sul tema sottoscritta alcuni giorni fa dagli onorevoli Strizzolo, Rosato e Maran”.
Ad oggi – stando a quanto riferisce la Cisl – non si avrebbero risposte chiare; resta il fatto che mentre i lavori del nuovo carcere di Pordenone (che ospiterà 450 detenuti) sono già stati avviati, su quello di Gorizia le voci di chiusura stanno diventando una pericolosa realtà. “Non vorremmo – ha commentato il segretario generale della Cisl isontina, Umberto Brusciano – che la chiusura del penitenziario fosse il preludio per sopprimere e rimettere in discussione anche il Tribunale”. “Per quanto ci riguarda – ha aggiunto – spingiamo per la ristrutturazione del carcere cittadino, che è e deve rimanere funzionale al Tribunale”.
Tuttavia, la ristrutturazione – è emerso stamani – resta assolutamente urgente, per garantire condizioni dignitose di soggiorno agli ospiti, ma anche la sicurezza dei dipendenti. Un intervento sull’edificio (risalente ai primi del Novecento!), infatti, ridurrebbe, se non addirittura eliminerebbe, il grave problema del sovraffollamento, portando la capienza complessiva dai 30 posti attuali a un centinaio.
“Si tratta – ha commentato Antonietta Esposito, rappresentante locale della Fns e dipendente del penitenziario – di un passaggio fondamentale: la struttura (che annualmente vede transitare un migliaio di persone) è fatiscente e soltanto una delle tre aree è usufruibile: le condizioni di vita e di lavoro sono al minimo, tenuto anche conto che spesso la capienza del carcere è aumentata fino a 3/4 e la situazione è destinata a peggiorare per la presenza del Cie”.
“Noi – ha concluso Brusciano – speriamo che la partita non sia chiusa: certo c’è bisogno di creare una regia forte tra Istituzioni e parti sociali per scongiurare la chiusura del sito e per arrivare ad un finanziamento dedicato alla sua ristrutturazione. Ci preoccupa il fatto che ancora una volta questa regione e, in particolare questa provincia, possano pagare anche per altri logiche di risparmio e razionalizzazione a beneficio delle regioni limitrofe, stante che la gestione delle carceri è affidata alla competenza di un provveditorato del Triveneto”.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
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