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ENERGIA E BLACK OUT POLITICO: SERVE UNA REGIA UNICA

La crisi in atto non sta risparmiando nessuno, neppure i comparti tradizionalmente più "sicuri" come quello elettrico, che in quindici anni ha perso, a livello nazionale, 70mila lavoratori. L’allarme è della Flaei Cisl del Friuli Venezia Giulia – oggi impegnata nel suo congresso quadriennale (presenti il nazionale Massimo Saotta e il segretario Cisl Fvg, Giovanni Fania) – e fa il paio con una denuncia senza sconti: la situazione è drammatica causa sì la crisi, ma anche l’assenza di una strategia energetica di prospettiva. "Oltre al problema dell’occupazione – rimarca Gigi Sedran, riconfermato segretario generale della categoria – nel nostro settore mancano le regole, con i conseguenti rimpalli tra Stato, Regioni, Comuni ed Autorità. Non si vuole capire che un territorio che non ha il controllo dell’energia non ha il controllo del proprio sviluppo". E se sul fronte nazionale il "black out politico" fa arretrare l’Italia anche rispetto agli altri Paesi europei (vedi il costo dell’energia), frenando al contempo il rilancio dell’economia, le cose non vanno meglio a livello regionale. "Quello che da tempo sollecitiamo e chiederemo anche al prossimo governo locale – spiega Sedran – è una regia unica sul tema energetico, oggi parcellizzato in una serie di centri di poteri spesso confliggenti e troppo subordinato ai contenziosi oltre che al dialogo irrisolto con i vari comitati territoriali che di volta in volta si frappongono a quella o quell’altra iniziativa". Per la Flaei Cisl, dunque, serve maggiore concertazione tra tutti i soggetti coinvolti – impresa, politica, territorio – ma anche una visione lungimirante, ancorata all’idea delle smart grid e smart city. In questo quadro di prospettiva rientrano anche le questioni regionali in piedi, a partire – per la categoria cislina – dal rinnovamento della centrale di Monfalcone, purtroppo avversata dal territorio. "Il nostro timore rispetto a questa vicenda – incalza il segretario – è che A2A dirotti gli investimenti altrove. Edipower ha il suo futuro legato a quanto decicerà A2A: sicuramente, a livello centrale, alcune funzioni subiranno degli efficientamenti. Non vorremmo, però, che questi tagli del personale proseguissero a cascata per la linea operativa, mantenendo sul territorio solo il presidio degli impianti e la prima manutenzione". Ma le preoccupazioni riguardano anche la difficile situazione finanziaria di Enel – che sta razionalizzando ulteriormente il costo del lavoro, salvo aumentare i carichi con la "dissennata politica del personale perpetuata in particolare in Friuli Venezia Giulia" -, e lo scenario mutevole delle multiutility elettriche. "Ancora una volta – commenta Sedran – su questo versante la nostra politica regionale ha perso storiche occasioni nel corso degli anni, per ragioni di puro campanile, con il risultato che oggi i centri decisionali di tutte le aziende elettriche sono altrove e non in Friuli Venezia Giulia". "Per quanto ci riguarda – conclude – continueremo a fare sindacato, avvicinandoci ulteriormente alle aziende, grazie ad una nuova organizzazione interna più capillare ed efficiente per meglio rispondere alla contrattazione locale e affrontare il futuro, quanto mai incerto, del nostro settore".

Ufficio stampa Cisl Fvg