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FAI CISL GORIZIA: ALL’UNANIMITA’ RICONFERMATO ALLA GUIDA GIOACCHINO SALVATORE

Aperta a Gradisca con la categoria dei lavoratori agricoli,
la stagione congressuale del Sindacato
Ancora molto da fare per tutelare gli addetti del comparto.
Crisi alle porto e difficoltà a trovare manodopera

Gorizia, 15 gennaio 2009

Si è aperta ufficialmente la stagione congressuale della Cisl Fvg, con il rinnovo del direttivo della Fai di Gorizia, la categoria dei lavoratori agricoli e alimentaristi, che con i suoi oltre 400 iscritti (maturati in anni di crescita continua, che ha fatto della federazione regionale la prima in Fvg), rappresenta nella sola provincia isontina circa 2mila addetti.

“Lavoratori – ha commentato il riconfermato all’unanimità segretario generale, Gioacchino Salvatore – per i quali c’è ancora molto da fare sul piano delle tutele, basti soltanto pensare alle forti penalità introdotte dalle nuove norme sui voucher”, buoni, che non prevedono limiti di orario, che al datore di lavoro costano 10 euro, ma al lavoratore fruttano solo 7,50 euro, mentre 2,50 euro sono destinati alle spese per la gestione separata dell’Inps, ovvero una “cassa” che non dà diritto ad alcuna prestazione: né alla maternità per le donne, né alla malattia, né alla disoccupazione, né tanto meno alla contribuzione per la pensione futura.

Tuttavia, sul tavolo ci sono anche altre partite importanti, secondo la Fai isontina: dalla lotta al lavoro nero (incrementato proprio dal sistema dei voucher) alla stabilizzazione dell’occupazione, dalla formazione per garantire la sicurezza dei lavoratori agricoli alla questione previdenziale con la definizione di aliquote generali a carico delle aziende valide su tutto il territorio e l’estensione degli ammortizzatori sociali, rispetto ai quali in Friuli-Venezia Giulia non è ancora stata emanata, con grave preoccupazione dei Sindacati, la circolare applicativa sulla cassa integrazione in deroga. Condizioni, indispensabili anche per riportare all’agricoltura e, soprattutto, negli allevamenti  la manodopera di quei giovani che oggi, piuttosto che fare gli avventizi con inquadramento di operaio, preferiscono il lavoro interinale. Un problema sentito specialmente nel settore dell’allevamento, dove ormai gli addetti sono solo extracomunitari, ai quali – sottolinea Salvatore – spesso e volentieri non si garantiscono nemmeno le condizioni minime perché si possano integrare nella nostra comunità”.

“In generale – aggiunge il segretario riconfermato – anche nel nostro territorio manca una politica globale del settore, capace di valorizzare le opportunità del territorio: gli enti preposti – dalla Provincia all’Ersa, in questo senso poco fanno, non invitandoci nemmeno al tavolo verde provinciale”. Quanto alla crisi, se l’agricoltura (malgrado tutti i problemi) è ancora trainata dal settore vitivinicolo, sono le imprese di alimentari a pagare più caro il conto.  

“E’ vero che non stiamo vivendo ancora la crisi come in altri comparti, ma diverse sono le realtà in difficoltà: il salumificio F.lli Morgante che ha perso il lavoro con la Vismara ed è stato costretto alla Cig; la Witor’s soggetta ai programmi peggiorativi della Barilla, suo principale cliente, fino alle note vicende della Bertolini.

                                                                                               
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl FVg