FANIA, SUPERARE LE POLITICHE D’EMERGENZA
Subito un tavolo regionale di programmazione, di prospettiva per ricollocare il Friuli Venezia Giulia al centro di azioni virtuose e delle grandi direttrici europee. La richiesta è della Cisl Fvg che, riuniti i suoi vertici a Palmanova, fa il punto dello stato di crisi ormai avanzato e che sta interessando tutto il territorio con punti di caduta preoccupanti come Electrolux e, in questi giorni, Wartsila (senza contare gli altri comparti oltre al metalmeccanico). Parallelamente alla richiesta rivolta alla Giunta, la Cisl avvia al suo interno anche il dibattito sulla proposta di Confindustria Pordenone. Obiettivo comune quello di superare una politica di emergenza, ragionando, invece, di sviluppo a medio termine. "Occorre – chiarisce il segretario generale, Giovanni Fania – rivisitare le leggi regionali Bertossi e 18 sul buon lavioro e individuare una concreta politica industriale per una regione, ad oggi penalizzata sui grandi tavoli e dalle scelte di multinazionali disinteressate a tenere saldi i siti locali". Via libera, dunque, al confronto sia con l’Esecutivo del Friuli Venezia Giulia, sia con Confindustria. Diversi i temi da affrontare per la Cisl, che punta anche ad alcuni assist strategici come infrastrutture, innovazione, reti di impresa e ricerca, oggi – quest’ultima – malgrado l’alta specialità regionale – ancora disancorata dal mondo del lavoro e frammentata in ben 42 enti, con relativa dispersione di risorse.
Quanto, invece, alla proposta-laboratorio avanzata dagli Industriali della destra Tagliamento è sempre Fania a chiarire, raccogliendo il consenso sostanziale degli organismi: "La proposta in questione contiene sicuramente alcuni punti critici, ma l’impianto, malgrado le inconvenzionali modalità di presentazione, merita di essere discusso e di diventare oggetto di trattativa". “Dobbiamo tutti – esorta Fania – orientarci a consolidare l’occupazione e a crearne di nuova ed auspico che in questo anche le altre parti datoriali, purtroppo non coinvolte a monte da Confindustria, possano dare il loro contributo vista l’importanza dei settori ricoperti, e non solo per numero di addetti”. Dunque, via libera alla discussione per integrare e modificare al meglio i contenuti di una proposta che almeno vuol essere una risposta a chi continua a monitorare la crisi al solo scopo di certificarla. Certo, tutto non si può giocare sul costo del lavoro, serve potenziare anche welfare aziendale e partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa". Il placet arriva anche dal nazionale, Luigi Sbarra, che, invece, boccia in modo categorico, giudicandola irricevibile, la proposta avanzata da Electrolux. "Il tavolo aperto al Mise – commenta – deve arrivare a far emergere, da parte di Electrolux, una chiara scelta industriale, sulla qualità dei prodotti, i mercati di vendita e soprattutto sugli investimenti in tutti i siti, con un progetto di sviluppo dei territori e di salvaguardia dell’occupazione. Al momento attuale è inaccettabile, da parte dell’azienda, sia l’enfasi sui soli costi del lavoro, sia l’annuncio di investimenti modesti e poco chiari e soprattutto, il silenzio sul futuro del sito di Porcia, che per capacità tecnologica ed innovativa rappresenta una realtà industriale di grande rilievo nel proprio territorio". Come Cisl – ha concluso – siamo consapevoli che questa vertenza apre, dopo quella del settore auto, una nuova e difficile fase nella gestione delle relazioni industriali, in un settore come quello degli elettrodomestici dove la riduzione della domanda e l’accesa competizione delle quote di mercato hanno modificato in profondità gli equilibri consolidati. Siamo anche consapevoli che affrontiamo questa nuova sfida forti della costruzione di un sistema di relazioni industriali responsabile e partecipativo, con il quale vogliamo, oggi, fondare una credibile politica industriale, a partire dal tavolo Electrolux".