Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > Fincantieri: grave preoccupazione per l’indotto

Fincantieri: grave preoccupazione per l’indotto

Sul fronte Fincantieri le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme sull’indotto: «Le commesse per i cantieri navali si sono ridotte di molto – spiega il segretario Fim-Cisl di Gorizia, Gianpietro Turus – e la società ha deciso di internalizzare molte delle lavorazioni che prima venivano affidate a terzisti. Il risultato è una forte disoccupazione che non riguarda solo le maestranze della provincia di Gorizia, ma anche quelle della provincia udinese».
I cantieri navali di Monfalcone, infatti, sia per i dipendenti diretti, che sono circa 1700, che per quelli indiretti, un popolo che supera le 3.500 unità, occupano persone residenti nella provincia di Udine, in particolare nella Bassa Friulana: Ruda, Villa Vicentina, Cervignano, Fiumicello e Campolongo-Tapogliano.
«Molti sono anche gli operai dell’indotto che ogni giorno, dalla montagna della Carnia e dell’Alto Friuli, si recano nell’Isontino per lavorare in questo comparto – fa notare Marco Palese, segretario di Fim-Cisl Alto Friuli -. Con la crisi, tra l’altro, nel tentativo di tagliare tutti i costi, a questi operai non vengono più riconosciute le trasferte, con impoverimento del loro stipendio». 
Per l’indotto dei cantieri navali di Monfalcone si stima che il taglio conseguente alla crisi si aggiri sui 1500 posti. «Teniamo conto che il personale terzista – rileva sempre Turus – è rappresentato quasi integralmente da cittadini di origini straniere, fascia che incontra ancora più difficoltà se espulsa dal mondo del lavoro: tanti sono arrivati in Friuli due decenni fa per svolgere mansioni pesanti che gli autoctoni rifiutavano. Hanno creato una famiglia, comprato casa con un mutuo – continua il sindacalista – e aiutato di fatto l’economia regionale, ma oggi nessuno li considera. Sono quasi invisibili e, per chi tiene duro, c’è il problema della cosiddetta paga globale, al limite della legalità». Le etnie sono le più diverse, circa 50. Tra queste spicca la comunità molto numerosa del Bangladesh: quella che vive nell’Isontino è la più importante d’Italia e professa la fede islamica. Ci sono, poi, molti cittadini provenienti dall’Est Europa e dal Nord Africa.