FRENANO I FALLIMENTI, CRESCONO GLI ORDINATIVI DEL METALMECCANICO, SOFFRE ANCORA L’EDILIZIA
Calano i fallimenti, crescono gli ordinativi in molte aziende del metalmeccanico, in tenuta il cartario, continua invece a soffrire cronicamente l’edilizia. Eccolo il flash che scatta la Cisl Alto Friuli ad inizio 2016 nel proprio comprensorio di riferimento. Un territorio che nei 35 anni dalla costituzione del sindacato ha visto perdere oltre 11 mila abitanti, come se fossero scomparsi cinque comuni di medie dimensioni. Il quadro è stato fornito stamani in conferenza stampa dal segretario generale Franco Colautti e dai componenti della segreteria Annalisa Bergagnini, Valentino Bertossi e Giancarlo Tabacco per la FNP Cisl Alto Friuli.
SINDACATO
La Cisl Alto Friuli ha concluso il 2015 con una sostanziale stabilità dei propri tesserati, circa 18 mila, in crescita per quanto riguarda gli attivi (+2,3%), soprattutto del pubblico impiego (+5,7%) e dei servizi (+6,6%) mentre in lieve flessione risultano i pensionati.
Il comprensorio si conferma inoltre primo a livello regionale nel rapporto iscritti/abitanti (13%) e nel rapporto over65/iscritti (32,4%).
DEMOGRAFIA
IL QUADRO GENERALE
Complessivamente sono 137.672 gli abitanti residenti nei 63 comuni inclusi nel comprensorio di riferimento della Cisl Alto Friuli al 31 dicembre 2014, il 25,6% della popolazione della provincia di Udine. La loro densità si attesta a 47,7 abitanti per kmq, meno della metà della media provinciale. Una popolazione sempre più vecchia (il 26% ha più di 65 anni) e sempre più in calo. Se infatti si rapporta il dato attuale a quello del censimento del 1981 (anno di costituzione del comprensorio Cisl Alto Friuli, ndr), la perdita è stata pari a 11.896 abitanti (-8%). Se pensiamo che mediamente un comune in Alto Friuli “vale” 2.185 residenti, in 35 anni è come se cinque di essi fossero “scomparsi”.
TERRITORIO E STRANIERI
Naturalmente all’interno del comprensorio ci sono situazioni diverse: nei 35 anni presi a riferimento, il Sandanielese per esempio è cresciuto complessivamente del 3,4%, Carnia e Gemonese/Val Canale-Canal del Ferro sono crollate rispettivamente del -18,5% e del -12,5%, il Tarcentino ha subito una lieve flessione del -1,8%.
Scendendo ancora più nel particolare si può notare che gli 8 centri più importanti (quelli sopra i 5 mila abitanti) hanno registrato quasi tutti il segno più: San Daniele del Friuli (+17,2%), Fagagna (+9,1%), Majano (+5,7%), Tarcento (+2,2%), Gemona del Friuli (+2%), Buja (+0,3%),Tolmezzo (+0,3%) che non ha “recuperato” il calo di popolazione della Carnia mentre Tarvisio ha visto un crollo del -25,9%.
Anche la popolazione straniera è aumentata, +52,7% negli ultimi dieci anni, ma complessivamente meno che nel resto della Regione, visto che in percentuale vale il 4,7% contro l’8,8% del FVG. Il range varia dal minimo della Carnia (3,0%) al massimo del Tarcentino (6,0%).
REDDITO
Andando ad analizzare i redditi IRPEF dell’anno d’imposta 2013 (l’ultimo dato ufficiale disponibile) la Media totale dichiarata è pari a 18.479 Euro, inferiore del 10,9% rispetto a quella provinciale. La tipologia di reddito vede poi i dichiaranti così suddivisi: 33,79% da lavoro dipendente; 29,46 % da pensione; 29,35% da fabbricati; 3,47% da partecipazione; 2,95% da attività imprenditoriale; 0,98% da lavoro autonomo.
Ad esempio, la media reddito dichiarata in alcune delle principali classi è così ripartita:
– lavoro dipendente: 20.686 Euro
– pensione: 14.410 Euro
– lavoro autonomo: 37.654 Euro
PANORAMICA ECONOMICA
FALLIMENTI
I fallimenti registrati nel 2015 di aziende con sede legale sul territorio dell’Alto Friuli (si è trattato di piccole o piccolissime imprese) sono stati 15, il 12,6% del dato provinciale, in calo rispetto all’anno precedente quando furono 26. Negli ultimi quattro anni sono fallite complessivamente 86 aziende, di cui il 35% circa nel Terziario, il 25% circa nella metalmeccanica e un altro 25% circa nell’edilizia. Se messo in relazione al numero di imprese attive, il trend, dopo il picco del 2014 mostra una riduzione di quasi la metà (da 0,24 a 0,14)
COOPCA
Anche se non si è trattato di fallimento ma tecnicamente di messa in liquidazione a seguito di richiesta di concordato preventivo con cessione di beni e limitata continuità aziendale, quella di CoopCa sicuramente è stata la peggiore crisi che l’Alto Friuli abbia vissuto in questi decenni. Rispetto al dato generale che stima complessivamente esuberi per circa 250 dipendenti sui 640 circa che risultavano in forza alla società al momento dell’apertura della procedura concorsuale tra la quarantina di negozi di Friuli Venezia Giulia e Veneto, per quanto riguarda nello specifico l’Alto Friuli, la criticità è di circa 140 lavoratori, gran parte dei quali (un’ottantina) occupati fino a dicembre presso il Cedi di Amaro, i restanti nei negozi di Gemona e Comeglians (gli unici non riacquistati alle aste); rimane da definire la situazione del punto vendita di Tarvisio sulla quale la gara è ancora aperta. Cgil-Cisl e Uil hanno chiesto unitariamente l’apertura di un tavolo di crisi sulla vertenza rispetto alla quale ci manterremo vigili.
METALMECCANICO
Forse il settore che sta mostrando i segnali di ripresa migliori: si passa dall’Automotive Lighting di Tolmezzo (gruppo FCA) che si è piazzato al terzo posto a livello nazionale nel 2015 in fatto di assunzioni/stabilizzazioni alla Lima Corporate di San Daniele, anch’essa prossima a veder aumentato il proprio numero di dipendenti; ordinativi in crescita pure alla Farem di Cave del Predil, la Freud di Colloredo e Fagagna, la Geo.Coil di Artegna, la CIC Indotto Carnia di Villa Santina, la H.P.F. di Flagogna e l’Asem di Artegna. Rimangono gli ammortizzatori sociali presso la Dm Elektron di Buja, la A.W.M. di Collalto e alla Weissenfels di Fusine che però proprio nelle scorse settimane ha trovato nel gruppo giapponese Kito, aggiudicatario dello stabilimento tarvisiano, una nuova concreta chance di rilancio. Così come sta rivedendo il sereno la SIAT di Gemona, uscita dal periodo di ammortizzatori sociali e prossima ad un possibile ripristino del premio di produzione.
EDILIZIA – LEGNO ARREDO – CARTARIO
I dati della Cassa Edile Provinciale aggiornati al novembre 2015 continuano a manifestare l’enorme difficoltà del comparto che dal 2008 ha visto un crollo del -39,66% di imprese,
-42,51% di lavoratori e -48,86% di ore dichiarate. “Il nostro territorio – ha reso noto Valentino Bertossi della segreteria Cisl Alto Friuli – risulta il più penalizzato perché è quello che fornisce il maggior numero di muratori della provincia. Le misure che vanno nella direzione della riqualificazione energetica, antisismica, delle scuole, sono tutte utili ad invertire la rotta e con lo sblocco del Patto di Stabilità nel 2016 i comuni che hanno le risorse accantonate potranno finalmente appaltare nuovi cantieri. Rimangono le criticità dovute all’eccessiva burocrazia nella cantierabilità delle opere, tre volte tante la tempistica di realizzazione dello stesso intervento, così come la liquidità delle imprese che a volte ritarda i pagamenti degli stipendi”.
Nel settore del Legno-Arredo preoccupa l’ultimo caso relativo alla Stratex, dichiarata fallita, con circa 80 lavoratori interessati dalla cassa integrazione straordinaria mentre si valuta positivamente l’annuncio del gruppo Fantoni di voler investire 70 milioni di euro per la creazione di nuove linee produttive presso lo stabilimento di Osoppo. Nel settore cartario tengono, grazie alle nicchie di mercato costruite negli anni, gli stabilimento di Ovaro e Tolmezzo, così come Moggio Udinese che dovrebbe essere interessato a breve da nuovi investimenti, sia sui processi produttivi sia sull’approvvigionamento energetico. Rimane invece sotto la lente la complessa situazione della Pigna di Tolmezzo.
LA CISL ALTO FRIULI NEL 2016
“Quello che si è appena aperto – spiega Franco Colautti, segretario generale della Cisl Alto Friuli – ci vedrà innanzitutto protagonisti nel celebrare il 35^ dalla costituzione del Comprensorio, ricorrenza che vogliamo festeggiare con un omaggio ad uno dei nostri precursori, il Libero Sindacato Minatori di Cave del Predil, al quale dedicheremo un volume fotografico affiancato ad una raccolta di materiale relativo al nostro archivio. Naturalmente saremo parte attiva nel processo di riorganizzazione della Cisl a livello regionale in preparazione del congresso del 2017. In occasione del 40^ Anniversario dal Terremoto del Friuli, intendiamo sollecitare l’attenzione delle istituzioni al ricordo del ruolo assunto a suo tempo dalle parti sociali nella ricostruzione sotto il motto “Prima le fabbriche, dopo le case e infine le chiese”.
Accanto a tutto ciò – prosegue Colautti – non mancheremo di portare il nostro contributo rispetto alle molteplici problematiche del territorio montano, pedemontano e collinare, dal riordino delle Autonomie Locali alla riorganizzazione dei Consorzi Industriali, passando per la nuova programmazione comunitaria, il monitoraggio della rete dei Servizi e la concertazione sociale e territoriale”.