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FVG, CRESCE IL LAVORO INTERMITTENTE. SEMPRE PIU’ ADULTI RICORRONO ALLA SOMMINISTRAZIONE

Blocco del turn over, posto fisso sempre più lontano, eccessiva flessibilità contrattuale: sono gli elementi di un mercato del lavoro che poco guarda ai giovani, alimentando un clima di sfiducia e di grande incertezza rispetto al futuro. E’ questo il tema al centro del primo congresso della Felsa Cisl regionale del Friuli Venezia Giulia, la categoria che opera nelle aree del lavoro autonomo, parasubordinato e della somministrazione. "Oggi, purtroppo – spiega Alessia Degano, riconfermata alla guida della federazione alla presenza del nazionale Ivan Guizzardi e della segretaria della Cisl Fvg, Iris Morassi – la liberalizzazione dei contratti ha portato ad una divisione, anche a livello regionale, della forza lavoro in un segmento primario più protetto e occupato in modo sostanzialmente continuativo e in un segmento secondario impiegato saltuariamente". Ed è proprio questa fascia a crescere sensibilmente anche in Friuli Venezia Giulia, malgrado la complessiva flessione del mercato del lavoro. Così, ad esempio, il lavoro intermittente che, tra il 2008 ed il 2011, è aumentato addirittura del 399,6% passando da 3mila 192 a 15mila 947 avviamenti. Al pari, anche il lavoro autonomo e quello atipico o parasubordinato hanno registrato nello stesso periodo un incremento soprattutto nelle fasce di età comprese tra i 20-24 anni e i 35-49, ma l’utilizzo dello strumento riguarda anche gli over 50. Sempre più adulti – e questo è il dato nuovo – si rivolgono alla somministrazione, che resta la via privilegiata di accesso al lavoro, dopo il contratto a termine. "Tra il 2008 e il 2011 – commenta Degano – abbiamo registrato un incremento di questa forma tra gli adulti e over 55, sia nel numero degli avviamenti (+0,9% adulti, +66,3% over 55), sia quanto ai soggetti avviati". Quanto al futuro, il modello resta quello della flexicurity nordeuropea: "Per riorganizzare un welfare afficiente si dovrà puntare su politiche attive e non solo assistenziali, collegandole alle evoluzioni nel lavoro e prevedendo anche un aumento degli stanziamenti pubblici in percentuale alla ricchezza prosotta". Insomma, un’effettiva presa in cario della persona disoccupata e la capacità di assicurare un’offerta lavorativa in tempi brevi, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. In attesa che questo meccanismo trovi concretezza, oggi una delle risposte contro il precariato – è emerso dal dibattito – viene dalla bilateralità, fondamentale per sostenere il lavoratore attraverso un sistema di prestazioni. A livello nazionale il numero delle richieste Ebitemp nel 2011 è stato pari a 10mila 990 e nel 2011 a 11mila 222 con un’incidenza del Friuli Venezia Giulia del 3,3% nel 2012, pari a 373 domande per complessivi 258mila 709 euro.

Quanto, infine, alle azioni da mettere in campo, bene per la Felsa Cisl il progetto intergenerazionale avviato in via sperimentale in Friuli Venezia Giulia, ma molti rimangono i nodi da sciogliere a partire dalle nuove norme introdotte dalla riforma Fornero e dalla necessità di liberalizzazione in modo effettivo il contratto di somministrazione, per esempio autorizzando l’apprendistato in somministrazione presso più utilizzatori, senza contare tutta la partita previdenziale per i lavoratori autonomi e parasubordinati e dei problemi ingenerati dalla cosiddetta gestione separata. "Basti pensare – chiarisce Degano – che oggi un lavoratore di 67 anni e 37 di contribuzione iscritto alla gestione separata va in pensione con un tasso di sostituzione tra il 40% eil 50% del’utlimo reddito". A questo proposito – conclude la segretaria della Felsa – ci auguriamo che possa essere di aiuto anche la pensione integrativa promossa dal Friuli Venezia Giulia".

Ufficio stampa Cisl Fvg