FVG, MANCA IL VERO CAMBIAMENTO DI MARCIA
Nessun voto di fine anno alla Giunta regionale, ma la consapevolezza – per la Cisl – che in Friuli Venezia Giulia occorre un netto cambio di marcia.
Dopo gli interventi "tampone" a contrasto della crisi (così l’estensione degli ammortizzatori sociali) quello che è mancato nel 2011 è un vero scatto di reni verso lo sviluppo. "D’accordo che la situazione contabile della regione risulta solida, come confermano le agenzie di rating – commenta il segretario generale, Giovanni Fania – ma resta il fatto che la crescita è ferma, i livelli occupazionali ci preoccupano molto, e la Manovra Monti dispiegherà i suoi effetti peggiori dal primo trimestre 2012. La fase recessiva che stiamo vivendo obbliga tutti ad un’azione responsabile e lungimirante".
Per la Cisl, dunque, urge una incisiva azione di crescita, accompagnata, però, dal superamento delle contrapposizioni politiche, a favore di una maggiore coesione.
"Non vorremmo – precisa Fania – che l’avvio della campagna elettorale (a destra e sinistra) a solo un anno e mezzo dalle votazioni, distogliesse dai problemi veri della regione. Noi non siamo tranquilli e chiediamo alla politica un forte senso di responsabilità. Da troppo tempo assistiamo a malcostumi radicati e di lontana memoria (vd. Legge "mancia" degli anni Ottanta) che non fanno altro che allontanare i cittadini dalla classe dirigente ed offuscare le decisioni davvero importanti per la collettività".
La concertazione
La coesione e concretezza sollecitata dalla Cisl non può prescindere da una reale concertazione, intesa come strumento per aiutare la politica sulle le questioni vere del territorio e a non essere ostaggio di interessi particolari. "Purtroppo – evidenzia Fania – notiamo uno svilimento di questa leva: rivendichiamo un confronto serio e serrato con l’Esecutivo. Mai come ora, quando gli spazi di manovra sono risicati (negli ultimi anni abbiamo subito tagli complessivi per 1 miliardo) le scelte vanno prese assieme e orientate alle riforme vere, ovvero a ben impiegare e non disperdere il poco che c’è a vantaggio dello sviluppo economico e sociale". "Non accetteremo, nè a livello locale, nè nazionale pacchetti pre-confezionati: occorre concertazione e corresponsabilità dei sindacati e delle imprese".
I dubbi e le denunce
Per la Cisl ocorrono cambiamenti radicali di metodo e di merito. L’appello è ad un confronto più autentico, che non sia solo mera informazione, e che produca una nuova azione politica e un cambio culturale nel segno della sobrietà dei costumi. A partire da quelli del governo. "Per il 2012 ci attendiamo maggiore vocazione dei nostri politici, il superamento delle logiche clientelari, accanto ad un impegno serio sulla questione dei vitalizi e dei costi".
Occorre affondare su questi temi, denunciati già in tempi non sospetti dalla Cisl. Via libera allo snellimento dei livelli istituzionali, che tradotto significa abolizione delle Province, accorpamento dei Comuni, riforma della P.A. in chiave di efficenza, valorizzazione del personale e di risposta alle mutate esigenze dei cittadini e delle imprese; via libera al taglio degli sprechi (cda, multiutility, etc…), lotta alle corporazioni e ai monopoli, ma anche alla morigeratezza dei compensi di chi è chiamato a governare la collettività. "Il presidente Tondo richiama spesso l’etica della responsabilità: è tempo che la politica torni a dare il buon esempio, intervenendo concretamente e senza palleggiamenti sui vitalizi e sul trattamento pensionistico dei consiglieri, oggi vero schiaffo a chi in pensione ci andrà chissà quando e come. Non è più tempo di regalie come la legge "mancia" che va abolita e sostituita con aiuti concreti a sostegno delle vecchie e nuove marginalità sociali figlie della crisi"
Le priorità
Le priorità sono evidenti ed occorre appoggiarle da subito su un tavolo per la crescita. Ferme al palo ci sono troppe idee di sviluppo: emblematico, il progetto del Superporto. Ma non solo: si proceda alla revisione sostanziale di tutti gli strumenti e bracci operativi della Regione e a sostenere davvero la vocazione manifatturiera della regione. "Dobbiamo – spiega Fania – reperire tutte le risorse possibili per rilanciare la crescita del Friuli Venezia Giulia, puntando ad un modello di sviluppo serio, occupandoci al contempo di preservare la nostra specialità, che va usata come come leva e vera occasione per costruire un nuovo progetto di futuro".
Il futuro
Insomma, l’acceleratore va spinto sulla ripresa della produzione e dell’occupazione, sugli aiuti a imprese e famiglie, sui giovani.
L’elenco delle cose da fare è lungo: potenziare a beneficio della competitività la rete infrastrutturale, rafforzare le politiche attive del lavoro ad esempio finalizzando gli incentivi alle aziende che assumono, anche avvalendosi della contrattazione di II livello. E poi, attenzione ai giovani ("La legge a che punto è?") e ai precari, vera emergenza anche a livello locale e per i quali bisogna pensare anche a salari più alti e alla previdenza integrativa obbligatoria. "Servono – rilancia Fania – interventi orientati al mercato del lavoro e soprattutto mirati a de-incentivare la flessibilità che si traduce in precarietà".
Ma contemporaneamente bisogna riorganizzare il modello sociale del Friuli Venezia Giulia attorno ad un nuovo welfare, vero cemento dell’unità regionale, a dispetto di chi vuole dividerla. Va messa mano ai problemi annosi come l’abbattimento delle rette delle case di riposo e l’implementazione del Fondo per l’Autonomia possibile, e vanno supportate meglio le famiglie e i cosiddetti "over", emergenza anche per la nostra regione, ovvero quelle persone (sempre di più) ritenute troppo giovani per andare in pensione, ma troppo vecchie per essere impiegate dalle imprese. Resta, poi, priorità assoluta la riforma del fisco, partendo dalla lotta serrata all’evasione ed elusione.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg