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GIU’ LE MANI DALLA PREVIDENZA

Intervista a raffaele Bonanni, pubblicata su Il Piccolo
L’Italia ha «un ingombrante carro davanti ai buoi»: lo Stato «pletorico», la vicenda fiscale e la gestione degli appalti. Per iniziare ad uscire dalla crisi in cui il Paese è sprofondato sono queste le questioni da affrontare secondo il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che, alla vigilia del nuovo tavolo governo-parti sociali, lancia un avvertimento: «le pensioni non si toccano». Segretario, siamo a un passo dal tracollo e ormai stretti nella morsa della Bce che ci indica le direttive da seguire? «Abbiamo accumulato debito su altro debito: un’ipoteca sul futuro. Così siamo facile preda delle tormente finanziarie. Mi preoccupa come tutti rilevino che gli Usa vanno male perché ignorano la realtà politica, ma perché, noi cosa stiamo facendo? Siamo commissariati? Consiglierei a quanti dicono che abbiamo perso l’indipendenza di riflettere sul fatto che l’abbiamo già persa quando il nostro debito è diventato il più alto d’Europa. Per quanto riguarda la lettera della Bce, beh, dovrebbe essere resa pubblica. E per quanto riguarda noi, ci vuole concordia, bisogna rassicurare i mercati e mettere il Paese al sicuro». Nella manovra e ancor più nel cosiddetto “piano B”, allo studio del governo per rastrellare risorse, ci sono interventi che si concentrano sui tagli più che sulla crescita. Cosa ne pensa? «La Cisl aveva già insistito su questo punto: ci sono possibilità di crescita senza spendere un soldo, basta togliere i tappi della nostra economia. Che sono una pubblica amministrazione pletorica (primo freno alla crescita), la riforma delle tasse e gli appalti. I costi di Comuni, Regioni, Province, Stato e tutto l’ambaradan collegato sono un tappo enorme. Ma i costi di quegli apparati sono riserva di caccia di tutte le formazioni politiche. Poi c’è la questione tasse: i consumi interni sono bassi, lavoratori e pensionati non hanno soldi e non possono spenderne, a loro va una restituzione; inoltre bisogna far pagare meno tasse alle imprese. L’altra questione sono gli appalti: devono essere commissariati tutti e affidati con pieni poteri a persone di specchiata moralità. Altri tagli non li capiremo e non condivideremo». Si riferisce alle pensioni e all’ipotesi che il governo metta in atto drastiche misure previdenziali? «Certo, non siamo disposti a modificare nulla sulle pensioni: non esiste». Qual è invece la posizione della Cisl su patrimoniale e liberalizzazioni? «Siamo favorevoli alla patrimoniale, ma depurata dalla prima casa, e all’aumento dell’Iva. E siamo favorevoli alla privatizzazione delle municipalizzate, a liberare le aziende prigioniere della politica. Ma non alla liberalizzazione di società quotate in borsa, come Eni e Poste. Quelle non si toccano»