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GLI ULTIMI NON SIANO LASCIATI SOLI DA POLITICA E SOCIETA’

Intervento del Segretario Cisl Udine, Roberto Muradore, pubblicato su La Vita Cattolica
In un incontro organizzato dai Pensionati della Cisl Friulana a Codroipo, sabato 7 dicembre 2013, è stato approfondito il tema del «volontariato» grazie al contributo di relatori quali il direttore della Caritas, don Luigi Gloazzo, a Daniele Cortolezzis, Iris Morassi della Cisl regionale e al senatore Mario Toros.

Quello del volontariato è un tema che porta con sè molti altri argomenti e, tra questi, voglio rammentarne almeno quattro: la gratuità dell’impegno, la solidarietà, l’attenzione all’«altro», la sussidiarietà. Nella gratuità dell’impegno si realizza un argine per contrastare quel bieco e cinico utilitarismo che distrugge ogni slancio, generosità e altruismo e, inoltre, si sostanzia un potentissimo antidoto al volgare «nessuno muove la coda per niente». Nella solidarietà si rinvengono un sentimento e una pratica decisamente in disuso nei trascorsi decenni dominati, invece, dalla competizione di tutti contro tutti. Oggi, più che mai, è necessaria, oltre che eticamente nobile, la solidarietà: è fatica e impegno per gli altri ma è anche «conveniente» per se stessi. Nell’attenzione all’altro, fatta di rispetto e non di tolleranza, sta l’Io che si declina nel Tu per diventare, finalmente, Noi! Ed è proprio tempo che ciò accada in quanto per lunghi periodi siamo caduti nell’idolatria e, ultimamente, addirittura nell’egolatria: il mio star bene, il mio successo sono l’unica misura di tutto e di tutti. Nella sussidiarietà, argomento caro alla Cisl, si riconosce una società che si auto organizza da sè e dal basso e che non si consegna passivamente allo Stato. Stato che, tra l’altro, non ha più neppure le risorse per rispondere a tutti i bisogni dei cittadini.

Il paganesimo consumista, che l’ha fatta e la fa ancora da padrone, non ha spento il bisogno di senso delle persone che, infatti, si stanno stufando di essere solo dei beoti consumatori in quanto ciò non li realizza e non li appaga nella loro profondità di esseri umani. Il dare un senso al proprio transito terrestre può, eccome, trovare una risposta possibile proprio nel volontariato. Ci aspettano tempi grami ed ecco che ci viene in soccorso Padre Davide Maria Turoldo quando dice che la povertà va considerata come un dono agli altri. Sarebbe, però, sufficiente anche la sola sobrietà quale stile di vita. Va, inoltre, ricordato che Turoldo ci ha insegnato che la povertà è cosa ben diversa dalla miseria e, in effetti, per anni e anni abbiamo vissuto nell’opulenza e, contemporaneamente, nella miseria culturale e valoriale.

Va, comunque, sottolineato come sia opportuno diffidare, sempre e fortemente, della «politica compassionevole» così come del «capitalismo compassionevole». L’aiuto e l’assistenza non sostituiscono per nulla il dovere di assicurare la giustizia sociale ed economica. La cultura e la pratica del volontariato, ad esempio, non risolvono in sè l’obbligo «politico» di dare alle persone ciò che è loro dovuto. Ci sono, sì, un intreccio e una osmosi tra l’impegno sociale, l’azione politica e la misericordia cristiana, ma restano dimensioni e livelli diversi e autonomi con compiti e finalità propri e diversi. Si pensi a Giorgio La Pira e al suo «materialismo cristiano», cioè a come la politica, secondo lui, doveva pensare e agire per fornire a tutti i cittadini i cosiddetti «beni/valori» il pane, la casa, il lavoro, la salute e l’istruzione.

Dobbiamo, in definitiva, dismettere questa società litigiosa e rancorosa per affermare una società del dono e della cura degli altri, ciò affinchè un comune destino faccia sì che le opportunità e i problemi siano condivisi e gli ultimi non siano lasciati soli, non siano dimenticati ma, al contrario, diventino la ragione e la finalità centrali dell’impegno sociale e politico.