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Gruppo Florida, operazione salvataggio

di Elena Del Giudice

Raddoppiano le possibilità di salvataggio per il Gruppo Florida. E’ la novità emersa ieri al tavolo di crisi richiesto dai sindacati e svoltosi in Provincia, convocato per valutare le ipotesi di rilancio delle quattro aziende. Al tavolo il presidente dell’ente, Alessandro Ciriani, con il dirigente del settore Politiche del Lavoro Gianfranco Marino, i rappresentanti di Unindustria, i segretari delle categorie del legno di Cgil Cisl e Uil e le Rsu. L’azienda era rappresentata dall’ingegner Claudio Giraldo.
In apertura è stata esaminata e scartata l’ipotesi di soluzione caldeggiata dalla Cgil, che con l’obiettivo di salvaguardare l’unità del Gruppo, aveva suggerito di fare ricorso alla legge Prodi. Ma non ci sarebbero i requisiti per accedere all’amministrazione straordinaria perché pur identificando la Florida come un “Gruppo”, in realtà si tratta di quattro società separate legate da rapporti di compartecipazione azionaria dei soci.
Ecco dunque emergere le altre due ipotesi di soluzione che fanno capo a due diverse cordate. La prima prevede di sostenere il rilancio dei marchi attraverso l’affermazione dei brand riconoscibili sulla base delle diverse categorie di prodotto, e quindi le cucine di gamma medio-bassa (che fanno riferimento alla Poletti di Budoia), le cucine di gamma alta (Florida cucine Profim spa di Prata), l’arredo casa (del Mobilificio Florida) e le cucine di gamma media (della Leader Cucine). Il piano prevederebbe la divisione del Gruppo in tre settori, senza escludere la possibilità che alcune lavorazioni comuni alle diverse gamme di prodotto possano essere redistribuite tra i diversi marchi.
Interessata all’acquisto di Poletti e Florida cucine, sarebbe una cordata di imprenditori del distretto del mobile con il sostengo di finanziatori locali; Leader cucine e Mobilificio Florida sono già oggetto di valutazione da parte della famiglia Bortolin (che è uno dei soci di Florida), interessata a rilevare lo stabilimento, che ha già delineato i contenuti del proprio piano industriale che prevederebbe lo smembramento della fabbrica con la creazione di tre siti produttivi nella stessa area.
«La prossima settimana- commenta Viviano Cosolo della Filca Cisl – approfondiremo i contenuti dei piani soprattutto per quel che riguarda l’occupazione». La Provincia dal canto suo «cercherà di favorire lo start up delle nuove società a fronte di un accordo sindacale che consenta l’accesso alla cassa integrazione straordinaria e quindi il mantenimento dell’occupazione».