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GUARDARE CHI CI STA VICINO: CONSIDERAZIONI DEMOGRAFICHE IN ALTO FRIULI

Intervento pubblicato su La Vita Cattolica La demografia può spiegare la salute di un territorio. Se riteniamo questa affermazione vera, diventa importante e addirittura strategico fare alcune riflessioni su quello che sta accadendo, sotto il profilo delle dinamiche demografiche, nella nostra montagna. L’indagine sulla crescita o meno del territorio, su una nuova presenza di immigrati, sull’inesorabile invecchiamento della popolazione può essere, infatti, la cartina di tornasole di interventi necessari a contrasto dello spopolamento.
Partiamo, dunque, dai dati relativi alla crescita, o meglio decrescita, demografica vissuta dal comprensorio su cui opera la Cisl dell’Alto Friuli, vale a dire 63 comuni, da Tarvisio a San Daniele, da Resia a Moruzzo, da Prato Carnico a Bordano.
La visione d’insieme su un ventennio (1991-2011) mostra un trend da non sottovalutare: si è passati da 144.949 abitanti a 140.400, con uno scarto di 4.549 unità ed una perdita in termini percentuali pari al 3,1%. Quale termine di paragone si pensi che oggi la popolazione media di uno dei Comuni del Comprensorio è di 2.229 abitanti e solo 8 ne hanno una superiore ai 4.500.
Lo scarto più grande avviene nel primo decennio di riferimento (1991-2001), in cui si perdono 3.629 abitanti: il dato va segnalato perché lo spopolamento comincia ben prima della crisi (che, convenzionalmente, si attribuisce a partire dal 2008) e avrebbe dovuto far scattare un segnale d’allarme piuttosto forte. Nel decennio successivo (2001-2011) l’emorragia demografica rallenta i ritmi e si ferma attorno alle 900 unità in meno. Analizzando le varie zone del Comprensorio si scopre però che alcune hanno pagato un prezzo altissimo: il Canal del Ferro/Valcanale registra un meno 22,6% e la Carnia un meno 9,2% e solo la parte “bassa” del Comprensorio (Collinare e Tarcentino) registra un dato positivo (rispettivamente + 4,3% e + 7%). Se ci si concentra nel triennio 2008-2011 – annualità interessate dalla crisi economica – la popolazione totale dell’Alto Friuli è scesa da 141.709 a 140.400 abitanti, pari ad un meno 0,9%.
Le crescite in questo periodo non si attestano mai sopra la soglia percentuale dell’1,4%, salvo pochissime eccezioni ed emerge che i Comuni con popolazione in calo sono ben 43 su 63 dei quali ben 15 sopra il 5%. I peggiori picchi si registrano a Ligosullo (-28,1%), Dogna (-12,8%), Rigolato (-12%), Preone (-9,9%) e Forni di Sotto (-8,1%).
Cresce, per contro, la presenza straniera sul territorio, senza la quale il dato complessivo sopra descritto sarebbe ancora più pesante. Dal 2006 al 2011, infatti, gli stranieri sono passati da 4.250 unità a 6.410 con un incremento, in termini percentuali, che si attesta sulla media regionale (per entrambi si registra un + 50,8%) ma si stacca di circa 4 punti dalla media della Provincia di Udine (54,2%). Ad attrarre in particolare sono la zona collinare, la Caria e il Gemonese con medie vicine anche al 60%.
A questi dati inversamente proporzionali (calano gli abitanti totali ma crescono gli immigrati, seppur con riferimenti temporali diversi), si deve associare anche la composizione della popolazione, con un occhio di riguardo per la popolazione over 65.
Dai dati disponibili (31 dicembre 2010), si rileva che, a fronte di una media complessiva del 23,82%, in linea con quella regionale (23,42%) e poco superiore a quella provinciale (22,91%), ben 39 Comuni su 63 presentano percentuali superiori al dato medio Comprensoriale; 25 sono quelli con una percentuale superiore al 25% e 7 addirittura superiore al 30% (Lusevera, Ravascletto, Lauco, Comeglians, Preone, Rigolato e Dogna).
Rimane quindi il grande interrogativo politico sulla direttrice da seguire. I dati parlano di una salute precaria del territorio già dal 2001, con uno spopolamento consistente in un periodo in cui la crescita economica italiana non destava le preoccupazioni attuali.
Cercare l’inversione di tendenza ha senso oppure ha più senso confrontarsi sul destino di alcune zone che, quasi inevitabilmente, faranno i conti con un censimento demografico pari a zero nel giro di breve tempo?
Sebbene lo scrittore Karl Kraus abbia detto che “una delle malattie più diffuse è la diagnosi”, il territorio mostra uno stato di salute preoccupante: non lasciamolo senza cure.

Franco Colautti- Segretario Generale Cisl Alto Friuli