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IDEAL STANDARD, AZIENDA ABBANDONA TAVOLO E SCOPPIA LA PROTESTA

Pubblicato su Conquiste del Lavoro Esplode la protesta dei lavoratori della Ideal Standard di Orcenico, in provincia di Pordenone, dopo che l’altro ieri sera, in modo del tutto inaspettato, l’azienda ha abbandonato il tavolo di trattative istituito a Roma, al Mise.
Già dal mattino era salita la tensione tra i 400 dipendenti dello stabilimento friulano, con alcuni lavoratori, saliti sul tetto, e in sciopero della fame, per chiedere il ritiro della procedura di mobilità dichiarata dall’azienda. In serata il colpo di scena, con il Fondo di Investimento Bain Capital che ha annunciato nella Capitale la ferma volontà di non tornare sui propri passi rispetto al sito di Orcenico. “Una rigidità che appare incomprensibile” – tuona il segretario della Femca Cisl, Angelo Colombini, tanto più vista la disponibilità del Governo a garantire la cassa integrazione in deroga intanto fino al 31 dicembre 2014. Irricevibili per i Sindacati e il viceministro Claudio De Vincenti le motivazioni alla base della decisione di Ideal Standard, ovvero la persistente contrazione del mercato e la mancata riduzione del costo/pezzo indicata come obiettivo nel Piano industriale presentato lo scorso luglio. “Siamo di fronte ad argomentazioni irricevibili – spiega ancora Colombini: il mercato, infatti, è influenzato dai consumi e non dalla chiusura di uno stabilimento, mentre per quanto riguarda il costo/pezzo non può dipendere di costi di uno stabilimento fermo e con i lavoratori in cassa integrazione”. Intanto, a Orcenico, appresa la svolta della trattativa, sono state dichiarate nuove azioni di protesta, che culmineranno con una manifestazione, decisa nel corso del consiglio di fabbrica di ieri, dinnanzi alla sede di Unindustria Pordenone, dove oggi (per chi legge) è previsto un nuovo incontro tra i vertici dell’azienda, Confindustria e Sindacati.
“E’ chiaro – commenta per la Femca Cisl Fvg, Franco Rizzo – che la situazione è al limite, così come è gravissimo, arrogante ed irrispettoso che l’azienda abbia, tra l’imbarazzo e lo sconcerto di tutti, abbandonato un tavolo ministeriale, in spregio alle stesse istituzioni, oltre che alle relazioni sindacali”.
Si tratta di un passo indietro che segna pesantemente una trattativa, sin dai suoi esordi, partita in salita. L’incontro dell’altra sera, tra l’altro, avrebbe dovuto avere lo scopo di “ratificare” un impegno già assunto ad aprile scorso, quando l’azienda aveva condiviso, nella stessa sede del Mise, un preciso percorso teso a favorire la ripresa dell’attività di Orcenico. Senza contare che il ritiro della procedura di mobilità, anticamera dei licenziamenti, a favore della cassa integrazione, avrebbe dato maggiore sicurezza non solo ai lavoratori, ma anche al potenziale acquirente, Bpi Italia, ovvero la società che ha già formalizzato la sua manifestazione di interesse per il sito della destra Tagliamento, con un progetto di workers buy out e che entro un mese si è impegnata a consegnare una prima bozza di piano industriale. “Confidiamo che la trattativa, anche sulla base delle spinte governative, riprenda sotto altri toni, così come auspichiamo che il progetto di Bpi Italia vada avanti secondo gli step previsti: certo è – annuncia Rizzo, riportando i sentiments dei lavoratori e delle Rsu – le nostre azioni di lotta andranno avanti, così come lo sciopero della fame avviato da alcuni dipendenti ed i blocchi e rallentamenti della statale Pontebbana”. E nessuno si sogna di rimuovere un vecchio cartello, che oggi più che mai spicca sulla cancellata del sito friulano e che invita a “durare un minuto di più”. E questo, mentre alla protesta dei lavoratori, si aggiunge il coro sdegnato non solo delle istituzioni nazionali e locali con la governatrice Debora Serracchiani e l’assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, che parlano di atto gravissimo e irricevibile, ma anche dell’intera comunità pordenonese, a segnare che quella di Ideal Standard – come più volte ha sottolineato anche Rizzo – non è solo una vertenza di gruppo, ma della collettività tutta; insomma di un territorio. Sempre in queste ore prosegue il pressing del Governo e delle segreterie di Femca, Filctem e Uiltec, che hanno chiesto al ministro di mantenere attivo il confronto a livello nazionale sul Piano industriale, sui volumi e sugli investimenti indispensabili per dare un futuro agli stabilimenti e ai lavoratori di Ideal Standard nel nostro Paese.

Ufficio stampa Cisl FVG