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IDEAL STANDARD, NON C’E’ PACE

Pur in presenza di un accordo chiaro e che non lascia spazio ad interpretazioni, come quello sottoscritto qualche settimana fa al Mise, si assiste al tentativo di Ideal Standard di minare la tenuta dell’intesa nelle sue fondamenta. “Aver sospeso i rapporti con BPI con l’illusione di condizionare la trattativa in corso con il sindacato, è un atto gravissimo e scorretto. Un comportamento assurdo, aggravato dalla pretesa di voler financo stabilire in modo del tutto arbitrario, e con la minaccia di far saltare l’accordo, i termini entro i quali imporre la chiusura della procedura di mobilità. Termini, peraltro, che non trovano alcun riscontro nell’intesa concordata al MiSE” – commenta sconcertato il segretario della Femca Cisl regionale, Franco Rizzo. Senza contare che l’accordo sottoscritto a Roma è chiarissimo, sia quando fa riferimento alla procedura di mobilità, stabilendo il criterio di "non opposizione", sia quando interviene definendo le modalità per la cassa in deroga, sia, infine, quando individua gli impegni in capo a Ideal Standard su come favorire BPI e trovare soluzioni occupazionali per i lavoratori del sito.
La vicenda dello stabilimento di Orcenico è, dunque, all’ennesima svolta drammatica, con l’ulteriore tentativo “sbagliato e pericoloso” della proprietà di sostituire gli incontri ufficiali con “inutili scorciatoie mediatiche”. “Siamo in presenza – spiega ancora Rizzo – di un ulteriore colpo di scena, che si somma a quello, non meno grave, di quando la direzione abbandonò il tavolo ministeriale”.
Per la Femca del Friuli Venezia Giulia, ormai sotto pressione da mesi sulla vertenza Ideal Standard (che ricordiamo interessa circa 400 lavoratori sono nel sito pordenonese), siamo di fronte ad un’operazione che acuisce un conflitto già alto e la tensione, una forzatura inaccettabile e inopportuna poiché la direzione poteva convocare il sindacato, che peraltro aveva già richiesto un incontro prima, così da comunicare in quella sede la propria eventuale posizione. “Insomma – commenta Rizzo – siamo dinnanzi alla solita azienda inaffidabile, concentrata unicamente su come licenziare i propri dipendenti, dando la netta sensazioni di considerare poco gli altri punti che interessano l’intesa”.
L’accordo siglato al Mise sta dentro un quadro di reciproche convenienze che garantiscono certezze per tutti i soggetti firmatari: il sindacato ne rivendica la totale applicazione, perché questa rappresenta  il punto di equilibrio di una trattativa lunga e sofferta. “Confermiamo quindi l’accordo, così come confermiamo il diritto dei lavoratori a pretendere che lo stesso sia rispettato in tutte le due parti. Riteniamo altresì che sia possibile raggiungere un accordo, anche prima dei tempi previsti dall’azienda, purché il management si convinca a sedersi al tavolo con l’idea di discutere seriamente di tutti i punti dell’intesa, non solo di quelli che interessano la propria parte”. Se poi l’azienda – spiega la Femca in una nota – a distanza di soli dieci giorni dalla firma, ha cambiato idea, forse è il caso che lo dica con chiarezza e non cerchi inutili e ridicoli pretesti. D’altra parte non sarebbe la prima volta che si prende gioco dei lavoratori, del sindacato e delle istituzioni. Se invece è intenzionata a confrontarsi e a discutere seriamente allora bisogna che eviti di nascondersi dietro le seconde linee; eviti ulteriori perdite di tempo e risponda, tempestivamente, alla richiesta d’incontro avanzata giorni fa dal sindacato: le trattative non si fanno per corrispondenza. Le trattative si fanno confrontandosi nel merito e mettendoci la faccia, ciascuno per le responsabilità che rappresenta.

Ufficio stampa Cisl FVG