IDEE PER L’ALTRA META’ DI DOMANI
Diritti civili, diritti sociali e contrattazione di genere gli argomenti al centro della grande manifestazione Cisl “Idee per l’altra metà di domani” svoltasi a Roma all' Auditorium del Massimo, cui hanno partecipato più di mille delegati e delegate provenienti da tutte le regioni italiane.
"Il futuro del Paese passa attraverso il rispetto tra gli uomini, le donne, i giovani e gli anziani. Il rispetto e il riconoscimento dell'altro sono il primo fondamentale passo per creare coesione sociale". Ha detto laSegretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan a margine dell'iniziativa. "Il nostro è un Paese dove non si fanno figli- ha proseguito- e una delle cause principali e' la precarieta' del lavoro, in particolare femminile, e il fatto che troppo spesso per carenza di servizi a favore della famiglia e della maternita' molte donne dopo il primo figlio, quasi sempre dopo il secondo, sono costrette a lasciare il lavoro. Bisogna quindi ripartire dalla centralita' del lavoro, affrontando il tema della disoccupazione ma anche della qualita' del lavoro, ridisegnando un welfare piu' a misura di donna, di famiglia e di infanzia".
"Uno dei motivi per cui al giorno d'oggi non si fanno piu' figli – ha proseguito Furlan – e' la precarieta' del lavoro in particolare delle donne. Molte di loro lasciano il lavoro dopo il primo figlio. Questo e' uno dei temi centrali da affrontare. E' fondamentale dare vita ad un paese a misura di uomini e donne, creando una forte alleanza nella societa' italiana. E' necessario creare le condizioni di stabilita' del rapporto di lavoro anche attraverso la contrattazione e con l'aiuto del welfare contrattuale, in modo da rappresentare le differenze di genere ma facendo stare insieme le italiane e gli italiani – ha detto la leader della Cisl ricordando come "in molti casi purtroppo quando la donna va in maternita'" ci sia "il rischio che al rientro perda il lavoro oppure che vengano messe in discussione la sua carriera e le sue competenze".
"Questo e' inaccettabile. Bisogna guardare al futuro creando un paese dove la donna non deve scegliere tra fare figli e lavorare. Oggi le donne vogliono contribuire al futuro del paese attraverso un welfare contrattuale che sappia valorizzare questi temi e rispondere con servizi adeguati alle esigenze di tutte le donne".
Per questo "la Cisl intende promuovere ancora di più la contrattazione di genere territoriale ed aziendale per favorire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro", ha sottolineato la Segretaria organizzativa della Cisl, Giovanna Ventura nel corso del convegno. "Ci sara' un grande spazio per le donne sindacaliste e contrattualiste. Per questo- continua Ventura- per il prossimo Congresso, la Cisl ha già definito le regole per valorizzare molto di più la presenza femminile nei ruoli dirigenziali dell'organizzazione, visto che il 57,14 % delle iscritte della Cisl ha un'età inferiore a 50 anni, un' età ottimale per essere coinvolte fortemente nelle elezioni e negli incarichi di RSU, RSA e SAS".
"Sul totale dei nostri associati e associate la componente femminile è del 48,06%” – ha proseguito Ventura facendo riferimento ai dati presentati durante la sua relazione. "La presenza associativa femminile nella CISL – ha spiegato – è evidente proprio in settori dove notoriamente lavorano di più le donne, Cisl Scuola, Fisascat e FP Cisl. In queste Federazioni le iscritte superano ampiamente il 50% del totale degli iscritti" , diminuendo invece nella FIT, FNS e Filca dove minore è la presenza lavorativa nei settori rappresentati da queste Federazioni. “Il numero degli iscritti/e quindi evidenzia come ciascun sesso sia proprio l’altra metà della CISL”.
E rifacendosi a quanto esposto nel precedente intervento della dott.ssa Linda Laura Sabbadini (statistica sociale), Ventura precisa che “l’occupazione femminile, tra alti e bassi, ha retto di più rispetto a quella maschile in questi anni di crisi. In ogni caso, alla fine del 2015 il tasso di occupazione si attesta al 47,5%”. La stessa Sabbadini –ricorda ancora la Segretaria organizzativa- ha anche sottolineato la diminuzione del tasso di natalità poiché la relazione tra il lavoro delle donne e la sua conciliazione con la vita familiare è talmente complessa da compromettere, in molti casi, il desiderio di maternità". Tant’è che, come illustrato da Ventura in un grafico, dal 2012 al 2015 ci sono state circa 50.000 nascite in meno. “Non puo’ essere un caso quindi che una donna su tre lasci il lavoro dopo il primo figlio. "La fotografia della realtà –prosegue Ventura- è importante per contestualizzare anche la nostra azione di proselitismo associativo e la nostra politica dei quadri con una lettura di genere”.
Secondo i dati della Cisl, diffusi oggi, inoltre, l'Italia è ancora il fanalino di coda in fatto di asili nido e servizi all'infanzia. Meno di un quinto dei bambini nel secondo anno di vita e meno di un decimo dei bambini nel primo anno di vita ha l’opportunità di frequentare un nido d’infanzia.
Ed è questo uno dei temi su cui si è soffermata il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ospite del Convegno, osservando che il nostro Paese è il fanalino di coda sul tema degli asili nido perche' di fatto siamo fanalino di coda sul tema della natalità. "Il nostro Paese non riesce a mettere al centro della propria agenda il tema della maternita' con tutto quello che comporta il dopo, quindi con il prestigio sociale di essere madre, l'assistenza, i servizi, gli incentivi alla natalita', il sostegno al lavoro al partime e a modelli diversi di organizzazione della nostra citta' e della nostra societa'" ha aggiunto il Ministro che intervistata dai giornalisti ha tenuto a sottolineare come la nostra società abbia bisogno di essere sotto certi aspetti piu' 'femminile' e piu' inclusiva, e che "questo permetterebbe a tutti di essere piu' produttivi".
Nel panorama OCSE, l'Italia purtroppo continua a distinguersi per una bassa presenza di servizi ai bambini ed alla non autosufficienza e per un alto numero di "caregivers" informali. Il Monitoraggio Straordinario Piano Nidi (aggiornato a fine 2014) dimostra come il tasso di copertura della domanda potenziale dei nidi e servizi integrativi (senza quindi considerare la scuola dell'infanzia) è in Italia solo del 21,8%. La crescita dei servizi che si è avuta negli anni più recenti non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti e si configura con caratteristiche molto differenziate sia geograficamente che in relazione all'età dei bambini. Nel Sud la percentuale di copertura si attesta al 10,7%. Considerando anche gli anticipi alla Scuola dell'infanzia, l'Italia nel complesso arriva ad un Tasso di copertura pari al 27%, e il Sud al 19,9%. Un ruolo sussidiario e di supplenza e' svolto dalla "contrattazione sociale" , orientata a sviluppare il sistema dei servizi sociali e socio-educativi a favore della famiglia e dell' infanzia. Dai dati dell' Osservatorio sociale della Cisl, che annovera 4671 accordi territoriali, il sistema dei servizi per la famiglia e per l'infanzia è stato tra le principali voci che hanno impegnato le strutture territoriali del sindacato. Nell'ultimo triennio sono stati sottoscritti ben 1175 accordi che hanno riguardato la famiglia e 356 accordi con beneficiario i "minori" soprattutto riguardanti servizi sociali e socio educativi. Le regioni nelle quali si è maggiormente sviluppata la contrattazione per questa platea di beneficiari sono Lombardia, Piemonte, Campania, Marche ed Emilia Romagna.
Ma per la Cisl servono più servizi a partire dal piano straordinario nidi ma anche misure concrete che permettano alle donne di essere impiegate nel mercato del lavoro, senza dover scegliere tra occupazione e famiglia. Il sindacato di via Po ritiene fondamentale ed urgente l'emanazione del previsto decreto inter-istituzionale che potrebbe consentire alla contrattazione collettiva di accedere al Fondo triennale 2016-2018 istituito con il Decreto 80 del 2015 attuativo del Jobs Act, che riguarda le misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro il cui ammontare a 38,3 milioni di euro per l’anno 2016, 36,2 milioni di euro per l’anno 2017 e a 35,6 milioni di euro per l’anno 2018, aiuterebbe non poco le lavoratrici ed i lavoratori del nostro Paese. Anche per quanto riguarda la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro la situazione è in forte evoluzione. L'osservatorio sulla contrattazione di 2° livello della CISL (OCSEL), che ad oggi ha censito circa 5000 accordi, mostra come il 18% degli accordi complessivamente considerati regolamenti questa materia, disponendo agevolazioni orarie ed apertura alla concessione del part-time per lavoratrici madri, nonché varie forme di flessibilità oraria. Poco diffuso, in tutti gli accordi analizzati, il tema relativo alle Pari Opportunità, solo il 3% sul totale complessivi degli accordi stipulati dal 2013 al 2016. Tuttavia la percentuale di ricorrenza maggiore, nelle singole voci componenti l’area, è quella riferita alle Azioni Positive (38%) e “Altre disposizioni” (42%) dove troviamo una serie di interventi da parte delle aziende (abbattimento di barriere architettoniche, istituzione di sportelli di consulenza per i lavoratori disabili, formazione e promozione in azienda di azioni positive, disponibilità ad agevolare con forme di flessibilità oraria le esigenze di cura dei lavoratori, monitoraggio sull’attuazione delle disposizioni di legge in materia di pari opportunità in azienda, disponibilità a valutare progetti finalizzati a conciliare il lavoro e la cura della famiglia). Disposizioni riguardanti le norme antidiscriminatorie sono presenti nella misura del 17% degli accordi, mentre le sanzioni contro le molestie e/o mobbing rappresentano il 5% degli accordi.
Per favorire la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche femminili in campo sociale, culturale, economico, sindacale, scientifico e, più in particolare, del mondo del lavoro, la Cisl ha istituito due borse di studio per giovani laureandi promuovendo il BANDO dedicato a "CARLA PASSALACQUA" storica figura della Confederazione per tanti anni alla guida del Coordinamento donne, scomparsa nel 2015. Il Bando è stato presentato nel corso dell'iniziativa.