IL SISTEMA PRODUTTIVO DEL FVG E’ ENTRATO NELLA SUA FASE PEGGIORE
Intervento di fondo del Segretario Reg. Alberto Monticco, pubblicato su Il Messaggero Veneto Non occorrerà purtroppo attendere i dati dell’Inps di imminente uscita, per capire che dalla crisi siamo tutt’altro che fuori. Il sistema produttivo del Friuli Venezia Giulia pare, infatti, entrato nella sua fase peggiore, quella, cioè, in cui anche le realtà che finora avevano resistito cominciano a scricchiolare o, cosa ancor più preoccupante, ad essere smantellate pezzo dopo pezzo. Alla situazione che credo sia sotto gli occhi di tutti, nella nostra regione, e probabilmente anche in altre, si aggiungono tre segnali correlati di forte allarme. Il problema, innanzitutto, della cassa in deroga per cui speriamo arrivi l’adeguata copertura finanziaria per il 2013. La seconda questione riguarda invece l’aumento dei lavoratori inseriti nelle liste di mobilità, ad aprile ben il 10% in più rispetto al mese precedente. Questo significa che la cassa integrazione ormai non basta più e che ora la strada è quella dei licenziamenti e della chiusura delle aziende. Terzo problema, è quello di come la crisi sta colpendo le aziende. Al netto di quelle che, in aperta controtendenza, stanno andando bene o comunque hanno saputo gestire la congiuntura avversa, come Fincantieri o Wartsila per fare gli esempi più eclatanti, giorno dopo giorno si stanno moltiplicando le vertenze di crisi senza che ci sia a monte un reale percorso di soluzione delle stesse. Su questo dobbiamo riflettere con grande attenzione: ne va di un tessuto imprenditoriale prezioso e necessario, alimentato per anni dalle nostre maestranze. Oggi non c’è settore produttivo che non sia messo a dura prova; la crisi non è più a macchia di leopardo, ma ormai una coperta scesa su tutto il sistema. Lo conferma la tipologia delle aziende coinvolte, alle prese con problemi di mercato, finanziari o congiunturali. Mangiarotti, Ideal Standard, Evraz, Latterie Friulane, Ferriera di Servola, Weissenfles, Nidec Sole, Gruppo Rosa, Florida, Italiana Membrane, Sweet, Italcementi, Bernadi, ex Schleker solo per citare i casi più recenti, dietro i quali ci sono migliaia di lavoratori e di famiglie. Di fronte a questo quadro sconsolante, che ha aperto numerosi tavoli di confronto tra Giunta, sindacato e parti datoriali, riteniamo che si debba avviare quanto prima la cosiddetta “fase 2”, ovvero trovare le soluzioni alla crisi, che ancora mancano. E’ sicuramente un percorso difficile ma non possiamo più fermarci a tavoli in cui certifichiamo le crisi e le accompagniamo al loro triste destino. Le aziende sopracitate non hanno tutte le stesse problematiche: c’è chi ha problemi di mercato, chi finanziari, chi di settore. C’è chi in crisi ci stava già da tempo e chi ci è entrato poi; c’è chi è fallito. Ne consegue che ci sono casi in cui le attività vanno sostenute e monitorate, ed altri in cui il ruolo politico deve fare la sua parte, anche nei confronti del vicino Veneto, con cui sarebbe più utile pensare a strategie comuni piuttosto che alla salvaguardia del proprio territorio a scapito di quello altrui. Queste situazioni, tutte drammaticamente attuali ed esplosive sia per l’impatto sociale sia per la tenuta del tessuto industriale della nostra regione, dimostrano come non ci possa essere una ricetta comune per uscire dalla crisi e come sia necessaria, una volta di più, una strategia industriale che ci dica dove vogliamo arrivare e, soprattutto, come ci vogliamo arrivare. La presenza e partecipazione ai tavoli è assolutamente importante e indispensabile – e va dato atto a questa Giunta di essere stata presente, con i propri assessori, sia nel territorio che a Roma – ma ormai la presenza, da sola, non è più sufficiente: si deve trovare un momento di confronto sulle prospettive, anche tenuto conto dell’ulteriore abbassamento del Pil che ci aspetta entro l’anno. Ed a questo proposito, come Cisl riteniamo non più rinviabile, non solo una convocazione, sulla base del “Protocollo sulla politica regionale della concertazione” per affrontare le problematiche economiche, produttive e sociali della nostra regione, ma anche l’apertura da parte del vice presidente Bolzonello del tavolo settoriale sul manifatturiero.