ITALGAS: MANCA UNA STRATEGIA PER IL FUTURO
Giovedì 6-12-2007
Il piano riorganizzativo di Italgas mette in luce tutte le difficoltà che questa società ha nel prepararsi alle gare del 2012! Questo avviene dopo molti anni di immobilismo misti ad errori clamorosi di strategia più volte denunciati dalla FEMCA-CISL.
Abbandonare i lungimiranti piani costitutivi di società di dimensione regionale come Veneziana gas, Fiorentina gas e altre per costituire un’unica società di dimensione e organizzazione nazionale, perdendo di fatto il collegamento con il territorio nel momento in cui iniziavano le prime aggregazioni è stato un errore gravissimo!!
Anche l’aver abbandonato il settore dell’acqua può oggi essere considerato una scelta non strategica osservando i settori in cui operano le multiutility più avanzate,acqua, luce, gas, ambiente, reti telematiche ecc.
Possibile si chiede il segretario regionale FEMCA-CISL Davide Battiston che una struttura aziendale come quella della Società Italiana Per Il Gas, forte di uno staff di 40 dirigenti, non sia stata capace di Intuire che da qualche anno era necessario avviare contatti e preparare accordi con realtà locali interregionali come ACEGAS-APS ,AMGA, IRIS, ASCOPIAVE per gestire assieme un mercato che altrimenti inevitabilmente diventerà conquista di società straniere?
La durata delle convenzioni, che Italgas ha da poco prolungato in 30 comuni friulani compreso quello di Pordenone, rischia di essere solo un tentativo per guadagnare tempo.
Le alleanze tra le multiutility del Nord-Ovest e del Nord-Est, di cui la FEMCA-CISL è da tempo sostenitrice, stanno schiacciando in un “angolo” Italgas.
Il piano di riorganizzazione presentato dall’azienda chiede ai lavoratori e ai Comuni di accettare una politica di riduzione di costi del servizio! Un’azione che dovrebbe avvenire attraverso un modello organizzativo nazionale dove sono previste scelte che il sindacato unitariamente non condivide e dove è aperta una trattativa delicata e difficile.
Il progetto di terzializzare buona parte delle attività lavorative interne incluso il servizio di pronto intervento (reperibilità), la scelta di eliminare figure specialistiche come saldatori e tubisti tracciatori rivolgendosi al mercato esterno, la volontà di non provvedere all’integrazione del personale che raggiunge l’età pensionabile, la decisione di trasferire a Mestre tutte le posizioni direttive costringono il sindacato a dare battaglia e chiedere l’intervento delle amministrazioni comunali.
Per la FEMCA-CISL l’azione di riduzione del servizio per il contenimento dei costi diventa risibile se non accompagnata da un ruolo attivo dell’azienda Italgas nel nostro territorio regionale attraverso operazioni che intreccino rapporti con le altre società e anche con le istituzioni locali nel tentativo di recuperare un ritardo grave.
Sarà fondamentale su tutto questo che anche l’Eni nazionale si assuma le proprie responsabilità! Dichiara il segretario FEMCA-CISl Davide Battiston. l’Eni non può pensare di occupare il territorio della regione Friuli Venezia Giulia con metanodotti e impianti di varia natura e portare l’occupazione e i servizi solo in Veneto. Questo naturalmente vale per Italgas ma anche per Eni Gas & Power, per quest’ultima va ricordato che l’intervento del governatore Riccardo Illy con una lettera di richieste inviata all’amministratore delegato dell’Eni Scaroni ha determinando al momento la sospensione dei trasferimenti del personale operante in Friuli.
FEMCA CISL Regionale Davide Battiston