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LA BURGO STRINGE I TEMPI, VIA ALLA MOBILITA’ PER 68

Da Il Piccolo All’insaputa delle sigle sindacali e dei 426 lavoratori, Burgo group ha aperto ieri la procedura di mobilità per tutti i 68 esuberi ufficializzati appena due settimane fa. Dunque a 48 ore di distanza dall’ultimo incontro tra le parti (per salvare almenio 20 posizioni), il secondo dopo il round in Confindustria dello scorso 29 novembre per imbastire una trattativa sul piano di ristrutturazione prospettato dall’azienda, si è materializzato quanto da sempre respinto e dai lavoratori e dai loro rappresentanti: lo spettro dei licenziamenti. Che a questo punto si fanno sempre più vicini. I sindacati ieri l’hanno definita una “brusca accelerata” di Burgo e, in effetti, quanto fuoriuscito dalle trattative conferma che mercoledì la dirigenza non aveva minimamente professato l’intenzione di avviare in tempi rapidissimi la procedura di mobilità. Invece, con una scarna telefonata per alcuni e una stringata mail par altri, ieri attorno alle 16.30, la notizia è venuta a galla. E così da Confindustria, su comunicazione della Burgo, le segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno appreso della radicale svolta. Una decisione a sorpresa che ha lasciato di stucco, per usare un eufemismo, i sindacati. Contattato, il responsabile e coordinatore d’area (Lavoro e relazioni industriali della Confindustria) Alessandro Carta ha rifiutato ogni commento. Quel che è certo è che con l’avvio di ieri dell’iter, che può durare fino a un massimo di 75 giorni, l’azienda potrà procedere ai licenziamenti collettivi dei propri dipendenti, con conseguente messa in mobilità degli stessi. Settantacinque giorni di tempo, quindi, per trovare un accordo e arrestare l’emorragia di posti. «Davanti a questa notizia – ha commentato Tiziana Cozzi, segretaria regionale Fistel-Cisl – resto basita, né mi spiego la repentina decisione dell’azienda di ricorrere a questo strumento quando il quarto contratto di solidarietà scadrà appena il prossimo 31 dicembre e dunque c’era almeno un mese e mezzo di tempo per discutere ancora la questione degli esuberi». Non solo: stando a Cozzi, all’ultimo incontro l’azienda aveva manifestato “disponibilità a esaminare soluzioni meno drastiche dei licenziamenti”. «Probabilmente – conclude – ha agito così per accelerare i tempi di un accordo favorevole all’azienda. Noi però vogliamo vederci chiaro, anche perché a oggi manca un piano industriale». «Pur conoscendo le intenzioni di Burgo, la notizia ha impressionato tutti – così Adriano Valle (Ugl) – e fa intuire come l’azienda voglia tirare dritto, disinteressandosi anche della possibilità di recuperare i posti terzializzati. Il gruppo deve capire i sacrifici patiti in questi anni: flessibilità, banca delle ore, riduzioni salariali. A questo punto chiederemo alle altre sigle di aderire a un blocco delle prestazioni fuori dal normale orario». Tutti, insomma, sapevano che prima o poi l’azienda avrebbe avviato l’iter, ma non così. E 68 esuberi, per la provincia triestina, sono un numero pesante, vista la generale crisi del settore industriale. I sindacati sono messi sotto pressione: ora restano solo 75 giorni per salvare l’occupazione. E il conto alla rovescia è purtroppo già iniziato.